“Muri. Prima e dopo Basaglia” inaugura la Stagione di Prosa al Teatro Ristori
Sarà Giulia Lazzarini ad aprire il cartellone di prosa del Teatro Ristori sabato 19 novembre alle ore 20.30. Il teatro veronese per la prima volta dalla sua riapertura ospita una stagione di prosa e ne ha affidato la cura ad Alessandro Anderloni che ha scelto un’eminente interprete della scena italiana per lo spettacolo inaugurale che porterà in scena, per la prima volta a Verona, il monologo “Muri. Prima e dopo Basaglia”, un testo che si inserisce nell’impegno della Fondazione Cariverona, che è ente proprietario e che gestisce direttamente il Teatro Ristori, per il sostegno ai progetti di sanità pubblica, medicina preventiva e riabilitativa.
Presenza costante nelle produzioni del Piccolo Teatro di Milano, di Giulia Lazzarini il regista Giorgio Strehler ha detto: «Appartiene a quei rari talenti naturali che salgono su un palco, cominciano a recitare e sanno già tutto della teatralità. Sono nati per recitare». L’autore e regista Renato Sarti ha scritto questo testo per lei dopo essere venuto in contatto con il manicomio a Trieste, dove negli anni settanta come giovane attore si trovò a provare nel teatrino del comprensorio manicomiale dove i pazienti avevano libero accesso per le prove e gli spettacoli. Da questo ricordo prende il via la sua scrittura.
A raccontare quel mondo fatto di camicie di forza, dosi massicce di psicofarmaci, lobotomia, elettroshock, Sarti sceglie la voce di un’infermiera, Mariuccia Giacomini, entrata giovanissima nell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Trieste. Quando nel 1971 Franco Basaglia ne diventa direttore, quel mondo cambia. Mariuccia è testimone della riconquista della dignità da parte degli internati e della sua stessa trasformazione di donna e infermiera. È la voce della conquista civile e sociale portata dalla legge Basaglia. Giulia Lazzarini è a suo agio nei panni di una donna che rivive la sua esperienza di trent’anni di manicomio, che riflette su quello che ha visto e vissuto con una nostalgia particolare, «quela del poeta, quela che te sa tropo bene che non pol tornar». Un testo d’attualità se si pensa alla recentissima chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ultimo “residuo” rimasto in Italia dei manicomi, e alla complicata gestione delle nuove Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) che li hanno sostituiti.
A quarant’anni dalla legge che porta il suo nome, il testo è un invito a riflettere sull’attualità di una figura tanto discussa di Franco Basaglia: dove andremmo a collocare oggi il suo lavoro? Medico, ricercatore od operatore sociale? L’uomo che nel 1961 vinse il concorso per la direzione dell’Ospedale Psichiatrico di Gorizia, e che subito si tolse il camice? Lo spettacolo di Giulia Lazzarini ricorda la necessità di mantenere vigile il nostro sguardo su quegli uomini che dedicano la propria esistenza agli altri uomini.
I biglietti, da 3 a 15 euro, sono in vendita al Teatro Ristori, al Box Office e sul circuito Geticket. Riduzioni per giovani, studenti e anziani.
Info: www.teatroristori.org