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Effetto Covid: cresce il numero di cittadini ed imprese in "lite" con il Fisco

L'analisi è stata eseguita dall'Ordine dei Commercialisti sulla base dei dati sul contenzioso tributario italiano relativi al 2020 del Ministero dell’Economia e delle Finanze. A Verona sono 961 i procedimenti pendenti da definire

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato i dati sul contenzioso tributario italiano relativi al 2020. Al 31 dicembre le cause pendenti tra Fisco e contribuenti, in primo e secondo grado, erano 345.295 (con 9.566 ricorsi pendenti in pi, pari al +2,85%, rispetto al 2019). Nel 2020 i nuovi ricorsi pervenuti sono stati 150.317, di cui 108.634 presso le Commissioni Tributarie Provinciali e 41.683 presso le Regionali per il secondo grado di giudizio.

In Triveneto il 2020 si è chiuso con 13.609 procedimenti pendenti, di cui 8.448 in primo grado e 5.161 in secondo, con un aumento del 21% delle pendenze rispetto al 2019 in cui erano 11.242. In Veneto i procedimenti pendenti sono passati complessivamente (primo e secondo grado) dai 7390 del 2019, ai 9.347 della fine del 2020; in Friuli Venezia Giulia si è passati dai 2.380 ai 2.578 e in Trentino Alto Adige dai 1.472 del 2019 ai 1.684 del 2020.

Nel 2020 in Veneto, nel primo grado di giudizio, sono stati presentati 3.733 nuovi ricorsi alle Commissioni Tributarie Provinciali, circa il 10% in meno rispetto al 2019 in cui erano stati 4.173. Le decisioni sono state 2.458 con un calo del 51% rispetto al 2019 in cui sono state 5.071.

Sul fronte dei procedimenti pendenti, tra le Commissioni Tributarie Provinciali del Veneto, si distingue Padova al primo posto con 1.514 procedimenti da definire, seguita da Venezia con 1.460, Verona con 961, Vicenza con 805, Treviso con 744, Rovigo con 256 e Belluno con 86 in attesa di pronuncia.

Nel secondo grado di giudizio, le cause pendenti presso la Commissione Tributaria Regionale del Veneto, sono passate dalle 2.839 del 31 dicembre del 2019 alle 3.521 del 2020, mentre i ricorsi definiti sono stati 994 (erano 1.798 nel 2019) pari a -44% rispetto all’anno precedente, a fronte di un aumento dei ricorsi del 14% passati dai 1.465 del 2019 ai 1.676 del 2020.

Dando uno sguardo alla tipologia di contenzioso fiscale, dei 5202 nuovi ricorsi presentati alle Commissioni Provinciali del Triveneto nel 2020, il 44,20% riguardano l’impugnazione di provvedimenti emessi dall’Agenzia delle Entrate, il 16,93% emessi dall’ex Equitalia riscossioni, l’1,97% da Dogane - Monopoli, il 31,91% dagli Enti Locali e il 12,80% da altri Enti.

Sul fronte dei valori medi del contenzioso tributario in Triveneto, in primo grado è in testa il Friuli Venezia Giulia con valori medi delle cause definite nel 2020 di oltre 350 mila euro, seguito dal Veneto con valori medi di poco inferiori ai 200 mila euro, infine il Trentino Alto Adige con circa 130 mila euro.

Per quanto riguarda il rapporto tra attività economiche e Fisco, il 46% dei ricorsi sono presentati da operatori nel settore dei servizi tra privati, il 27% dall’industria, il 16% dal commercio, il 4% dai servizi pubblici e il 2% dalle imprese agricole, mentre i restanti sono “non classificabili”.

«I dati si commentano da soli. I procedimenti pendenti sono aumenti del 30% a fronte della diminuzione di ricorso presentati pari al 10 % - dichiara Alberto Mion presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Verona -. Sicuramente la pandemia e le conseguenti difficoltà a svolgere le udienze è stata la causa principale. Ora però serve invertire quanto prima la rotta e cercare di smaltire con celerità l’arretrato. La proposta del nostro Consiglio Nazionale di avere giudici specializzati in materia tributaria potrebbe in tal senso aiutare. Di certo cittadini e imprese non possono aspettare anni come in passato per avere l’esito delle proprie vertenze con il Fisco».

«All’aumento del contenzioso giacente si aggiunge lo spaventoso magazzino dei ruoli pari ad oltre 1000 miliardi di euro che solo per il 3,43% potrà essere incassato. Sono dati della Corte dei Conti. - dichiara Federico Grigoli referente commissione tributario dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Verona - Se poi consideriamo che i ruoli sono iscritti nella maggior parte dei casi prima di un giudizio tributario definitivo si capisce bene che i contribuenti sono inutilmente vessati. Ben venga quindi lo stralcio delle cartelle anche se a mio avviso è necessario un maggiore coraggio da parte della politica che dovrebbe estendere i limiti di tale stralcio e, semmai, introdurre un vero e proprio condono, anche in vista della riforma del fisco».

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