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Inceneritore di Ca' del Bue: bagarre politica sull'ipotesi che diventi un impianto nazionale

Non si placa la polemica tra la Regione Veneto e i parlamentari Pd, che sostengono il Governo Renzi e la sua legge di stabilità. Nel mezzo gli interessi del Comune di Verona, di Agsm e di Urbaser

Nella legge di stabilità non si fa riferimento esplicito all'utilizzo del termovalorizzatore di Ca' del Bue per lo smaltimento di rifiuti nazionali. L'inceneritore veronese viene però citato in una delle appendici alla legge. Dunque, non sarebbe certa l'intenzione di smaltire nell'impianto di San Michele rifiuti non locali. Nonostante ciò, la Regione Veneto è già sul piede di guerra e l'assessore Bottacin ha già dichiarato la sua contrarietà all'utilizzo nazionale del termovalorizzatore. Tuttavia, il piano regionale al momento prevederebbe la riattivazione di Ca' del Bue per lo smaltimento dei rifiuti veneti.

Su L'Arena, sono state riportate le tante risposte arrivate dopo le dichiarazioni di Bottacin. A prendere parola è innanzitutto il sottosegretario all'Ambiente Barbara Degani: "Rassicuro l’assessore Bottacin: dall’attuazione dell’articolo 35 del decreto Sblocca Italia non deriverà alcun nuovo impianto per il Veneto, a meno che non sia la Regione a deciderlo. Appare incomprensibile la battaglia ingaggiata dal Consiglio regionale contro questo articolo, che invece consente al Veneto di continuare a smaltire i propri rifiuti in altre regioni".

Una secca replica arriva anche dal deputato Pd Diego Zardini: "La Regione Veneto, se vuole smettere di stravolgere la realtà e provare a essere coerente, modifichi definitivamente il piano regionale dei rifiuti e stralci il terzo inceneritore Veneto". Un altro deputato Pd, Vincenzo D'Arienzo dichiara che l'inceneritore di Ca' del Bue "è sempre stato previsto nei piani regionali rifiuti dai tempi di Galan. Zaia non l’ha cancellato accettando anch’egli la richiesta del Comune di Verona, perché è Tosi che lo vuole. Ca’ del Bue è fermo da anni perché Urbaser è dubbioso. Se la Regione farà un passo indietro deve in sede di Conferenza Stato Regioni esprimere la sua contrarietà e togliere Ca’ del Bue dal Piano regionale. Il Governo non potrà che prenderne atto. Chiederò al ministro Galletti di dare più tempo al Veneto in modo che possa fare gli atti necessari. Lo stesso ministro ha detto che «se le Regioni mi portano dei piani adottati – che sia chiaro, adottati – e mi dimostrano che quell’inceneritore è superfluo, sono ben lieto di procedere a modifiche»".

Infine, la deputata Pd Alessia Rotta, sempre su L'Arena, puntualizza: "La Regione non provi per l’ennesima volta, seconda solo all’amministrazione comunale di Verona, a fare il gioco dello scaricabarile: il piano regionale rifiuti è di esclusiva competenza della Regione Veneto. Appare del tutto insensato che una questione da sempre gestita e promossa dal centrodestra a livello regionale e locale diventi all’improvviso una scelta del governo del Pd. Nella legge di stabilità non c’è un rigo che possa ricondurre a identificare Ca’ del Bue come impianto strategico nazionale".

Queste le dichiarazioni arrivate da Roma, ma nel veronese cosa si dice? “Quando prevalgono le logiche politiche non si fanno mai gli interessi dei cittadini e del territorio”. Il sindaco del Comune di San Martino Buon Albergo Valerio Avesani commenta così la vicenda infinita dell’inceneritore di Ca’ del Bue, con la decisione del Governo di inserire l’impianto di smaltimento dei rifiuti nella Legge di Stabilità “come insediamento strategico di premiante interesse nazionale”. “Nel momento in cui il destino del termovalorizzatore appariva segnato, dopo che anche alcuni componenti della giunta regionale hanno palesato dubbi sulla sua reale necessità, l’inceneritore è stato rianimato da una decisione assurda del premier Renzi”, afferma il primo cittadino. “Anni di battaglie da parte di noi sindaci hanno portato molti politici che prima erano favorevoli al termovalorizzatore a ricredersi, altri invece hanno continuato testardamente per la propria strada, come dimostrano le ultime dichiarazioni del sindaco Tosi e del presidente di Agsm Venutri”.

Il sindaco Avesani nelle scorse settimane si è incontrato con l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, “con cui abbiamo condiviso che ormai il progetto di Ca’ del Bue come è stato concepito non è attuabile. La possibilità che arrivino rifiuti da fuori Veneto è uno scenario che non voglio considerare, noi siamo contrari a prescindere al progetto. Come affermato in più occasioni noi sindaci siamo disponibili a discutere del Polo Ambientale Integrato, ma a patto che si metta da parte definitivamente l’idea che bruciare rifiuti possa essere ancora la soluzione”. Lo scontro politico che si manifesta oggi, secondo Avesani, “rischia di offuscare le motivazioni che ci spingono da anni a fare questa battaglia: l’inceneritore non è più sostenibile da un punto di vista economico, se non aumentando la tariffa dei rifiuti, e se ne sta accorgendo anche Agsm. I rifiuti devono essere riciclati, portando così indiscutibili vantaggi economici e soprattutto meno inquinamento, a tutela della salute pubblica. La Regione inoltre da tempo ha spento uno dei tre impianti per mancanza di materiale da bruciare e si sta convincendo ad escludere dal piano regionale la realizzazione di un quarto inceneritore, quello di Ca’ del Bue. Un premio ai cittadini veneti, che hanno seriamente attuato la buona pratica della raccolta differenziata, ma che ora rischia di essere vanificato dalla decisione del Governo”. Quando il rischio che Ca’ del Bue venisse inserito tra gli impianti strategici non era ancora concreto, alcuni mesi fa Avesani scrisse una lettera indirizzata al premier Renzi, esortandolo a considerare le reali esigenze del territorio. “Una richiesta rimasta inascoltata. Ora gli esponenti del Pd locale si sta affannando a prendere le distanze, ma anni di battaglie a favore della salute pubblica potrebbero essere cancellati da una decisione assurda del loro partito. Quelli che si erano spacciati per i paladini della lotta contro l’inceneritore si stanno rivelando tra i maggiori responsabili della sua riattivazione”.

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