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Verona, esami del sangue per l'alcoltest con provetta "scambiata": il collega medico viene assolto

Finisce bene per il professionista che all'epoca era in servizio a Borgo Roma, trascinato in tribunale con l'accusa di aver favorito lo stratagemma pensato per oltrepassare indenne le conseguenze di un incidente

Trovato positivo all’alcoltest, si era rivolto ad un collega per acquisire una provetta di sangue “pulito” per sostenere un secondo esame che l’avrebbe scagionato dalle accuse della polizia municipale che gli avrebbe levato la patente e la macchina. Questo dopo i rilievi avvenuti per un incidente stradale in cui il medico venne coinvolto. Dopo aver rifiutato una seconda prova con gli agenti, il dottore si sarebbe dunque rivolto ad un collega del Pronto soccorso di Borgo Roma a sua volta finito nei guai con l’accusa di falso. Quest’ultimo, nel corso dell’udienza preliminare che si è tenuta giovedì davanti al giudice, è stato completamente scagionato perché non sapeva nulla di quella provetta "scambiata" e consegnata dal collega.

La vicenda risale a marzo 2013. Il dottore, dopo uno schianto in cui rimase ferita una persona, era stato sottoposto all’alcoltest dalla polizia municipale di Verona, intervenuta per i rilievi su via Saffi, zona San Bernardino. Risultando positivo. Gli era stato chiesto, poi, un secondo accertamento che aveva però rifiutato. Si era poi allontanato per andare al policlinico di Borgo Roma. Secondo la Procura è stato lì che aveva contattato un collega spiegandogli che aveva concordato con gli agenti di fare gli esami del sangue da fornire come prova. Aveva così fornito al Pronto soccorso un campione poi trasferito al reparto di Medicina legale. Ma secondo quanto accertato quel sangue non era il suo, bensì di un altro paziente “pulito”.

Uno stratagemma servito servito per smentire il primo test “positivo”. È stato il pm, a luglio, a ordinare l’esame del Dna per chiarire se il contenuto della provetta appartenesse al medico. Inutile dire come andò a finire. A inizio novembre fa il medico, accusato di falso in atto pubblico e rifiuto di sottoporsi all’alcoltest, ha patteggiato 31mila euro di ammenda.

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