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Verona, risulta positivo all'alcoltest, si rivolge al collega e "scambia" la provetta: due medici nei guai

Pesante il quadro tracciato dalla Procura contro due professionisti in servizio al policlinico di Borgo Roma. Un dottore era rimasto coinvolto in un incidente ed erano scattati gli accertamenti. Poi sarebbe intervenuto lo "stratagemma"

Un incidente stradale con l’auto, l’alcoltest e le provette scambiate per scampare alle sanzioni. È pesante il quadro tracciato a carico di un medico e di un collega che secondo le ricostruzioni del pm ne avrebbe “favorito” il piano. Il dottore, dopo uno schianto in cui venne ferita una persona nel marzo 2013, era stato sottoposto all’alcoltest dalla polizia municipale di Verona, intervenuta per i rilievi su via Saffi, zona San Bernardino. Risultando positivo. Gli era stato chiesto, poi, un secondo accertamento che aveva però rifiutato. Si era poi allontanato per andare al policlinico di Borgo Roma. Secondo la Procura è stato lì che aveva contattato un collega spiegandogli che aveva concordato con gli agenti di fare gli esami del sangue da fornire come prova. Aveva così fornito al Pronto soccorso un campione poi trasferito al reparto di Medicina legale. Ma secondo quanto accertato quel sangue non era il suo, bensì di un altro paziente “pulito”.

Un presunto stratagemma servito servito per smentire il primo test “positivo”. È stato il pm, a luglio, a ordinare l’esame del Dna per chiarire se il contenuto della provetta appartenesse al medico. Inutile dire come andò a finire. Qualche giorno fa il medico, accusato di falso in atto pubblico e rifiuto di sottoporsi all’alcoltest, ha patteggiato due anni e quattro mesi di reclusione. Pena sospesa ma commutata nel versamento di 31mila euro di ammenda. Gli è anche stata confiscata l’auto e la patente sospesa per sei mesi, confermando la decisione della Prefettura dopo l’incidente. Nei guai è però finito anche il collega che secondo la Procura avrebbe agevolato il piano del medico indagato (chirurgo nel reparto di Otorinolaringoiatria). Questo secondo dottore era in servizio al Pronto soccorso durante i fatti contestati. Ha chiesto il rito abbreviato che gli consentirà di giungere a sentenza nel più breve tempo possibile e che comunque in caso di eventuale condanna gli garantirà uno sconto di un terzo della pena. Dal giudice dovrà ripresentarsi dunque a fine mese.

I due, come spiegano i quotidiani locali, avevano già subito un provvedimento disciplinare dall’azienda ospedaliera integrata. Colui che ha patteggiato (dichiarando che l’ha fatto nonostante fosse innocente ma per finire al più presto il procedimento giudiziario visti alcuni problemi famigliari) erano scattati alcuni mesi di sospensione dal servizio e trattenuta di stipendio, mentre per il collega del Pronto soccorso è stato disposto il trasferimento.

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