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Cronaca Arcole

Famiglia di usurai indagata, sequestrati beni per oltre un milione

Il gruppo, capitanato da un noto imprenditore veronese che risultava percepire solo una pensione minima, applicava tassi d'interesse che in alcuni casi raggiungevano il 1586 per cento

Beni del valore di 1,3 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri del comando provinciale di Verona ad un’intera famiglia residente nella provincia veronese, in esecuzione di un decreto emesso dalla sezione penale del Tribunale di Verona, presieduta dal Dott. Dario Bertezzolo.   Oltre a conti correnti, titoli, denaro contante e quote societarie, i finanzieri hanno confiscato un capannone artigianale di complessivi 4000 metri quadri con annesso appartamento di 100 metri quadri e un appartamento di circa 90 metri quadri, rispettivamente ubicati nei comuni di Arcole (VR) e di Arzignano (VI).  

Il patrimonio in questione, direttamente riconducibile all’attività usuraia del sodalizio criminale composto da diversi membri di una stessa famiglia, era da un veronese, classe 1930, persona molto nota nell’ambiente dei prestiti di denaro.  La confisca dei beni è avvenuta nello scorso mese di settembre e fa seguito alle precedenti attività investigative, iniziate nell’anno 2006 e concluse nel 2008 dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Verona. Tutta l’indagine era partita dal riscontro di alcuni elementi di forte anomalia che presentavano diverse operazioni finanziarie nelle quali erano coinvolti, sia il capogruppo, sia altri componenti della sua famiglia. L’indagato principale, nonostante dichiarasse redditi derivanti, in buona parte, da una pensione INPS di tipo minimo, aveva effettuato movimentazioni di denaro che oscillavano dai duecentocinquanta ai settecento mila euro

Accertati i numerosi episodi di usura -i tassi di interesse in alcuni casi avevano raggiunto il 1586%- l’attività dei finanzieri, coordinata inizialmente dal sostituto procuratore Dott. Aldo Celentano e successivamente dalla Dott.ssa Maria Federica Ormanni della Procura della Repubblica di Verona, non si è fermata ma è proseguita per ricostruire la situazione patrimoniale e reddituale degli indagati. I riscontri così ottenuti hanno permesso al Tribunale di Verona di sottoporre dapprima a sequestro i citati beni e quindi all’emissione del decreto di confisca togliendone definitivamente la proprietà ai diversi membri del sodalizio criminale.

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