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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Inchiesta Mose, Tosi: "Venezia come la Sicilia: sperpero di soldi pubblici"

Per il sindaco di Verona, il capoluogo veneto "ha ricevuto un sacco di denaro a scapito di altri territori e non l'ha fatto fruttare". La replica di Orsoni: "Ha perso un'occasione per tacere"

"Soldi pubblici finiti in un tricacarta", alla faccia del contenimento spese e in barba ai progetti di re-distribuzione delle risorse statali. Per il sindaco di Verona Flavio Tosi i soldi che Venezia ha ricevuto negli ultimi 40 anni "sono stati utilizzati male", cifre decisamente superiori "alle reali necessità della città". Soldi "serviti ad alimentare un meccanismo di clientele che ha anche creato gravi disparità con le altre aree del Veneto".

Tosi, in un'intervista al Corriere Veneto, centrata sull'inchiesta che ha coinvolto l'ex vertice del Consorzio Venezia Nuova, sottolinea che "quando vengono messe a disposizione di un'amministrazione pubblica risorse eccessive senza particolari vincoli di gestione, si crea un centro di potere che mantiene il controllo della città. In pratica chi è in carica e gestisce quei soldi vince sempre le elezioni". Tosi dice di basarsi su quello che si vede "ovunque si creino situazioni di disparità economica. E' così anche in trentino Alto Adige, in Sicilia o in Calabria. Venezia - dice ancora - è un po' come la Sicilia: ha ricevuto un sacco di soldi a scapito di altri territori e non ha saputo metterli a frutto", citando il caso del trasporto pubblico locale.

LA REPLICA - A stretto giro è arrivata la replica del sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, che non ci è andato leggero: "Il sindaco di Verona ha perso un'altra buona occasione per tacere, e soprattutto per non dare la dimostrazione di superficialità e pressapochismo. Dire che Venezia è come la Sicilia prendendo spunto dalla vicenda del Consorzio Venezia Nuova significa confondere la gestione dell'amministrazione comunale con quella di un soggetto concessionario dello Stato. Dire che Venezia ha ingiustamente il doppio dei finanziamenti sul trasporto pubblico locale rispetto Verona, significa non sapere che il territorio comunale di Venezia è più del doppio di quello di Verona e che i finanziamenti si determinano sui chilometri, non sul numero di abitanti delle città".

"Come sindaco - ha aggiunto Orsoni- penso dovrebbe avere più rispetto per il lavoro che l'amministrazione di Venezia ha sempre fatto per mantenere una città che è patrimonio di tutta la nazione e del mondo. E lo ha fatto nell'interesse anche di tutte le terre venete, compresa Verona, utilizzando i fondi che le sono stati attribuiti per importanti opere di manutenzione e salvaguardia. Senza sprechi ed anzi sempre in sofferenza per risorse che da oramai molti anni non sono più state attribuite, nonostante le esigenze di manutenzione non siano mai venute meno.

Conlude Orsoni: "Se poi Tosi come segretario di un partito nel quale militano alcuni personaggi che in questi giorni si sono qualificati per scandalose dichiarazioni razziste, vuole distogliere l'attenzione, ritengo avrebbe potuto scegliere un argomento diverso e non dire cose assolutamente infondate e degne della peggiore propaganda".

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