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Cronaca Soave

Morto schiacciato dal trattore: «Servono più prevenzione e più sicurezza»

Non c'è stato niente da fare per Giampietro Salvaro, il 70enne deceduto a Soave giovedì a causa di un incidente agricolo. Un episodio che ha riportato l'attenzione dei sindacati su questi fatti: «Purtroppo l’80% degli incidenti, anche mortali, in agricoltura accade perché il trattore si rovescia»

Quando il trattore con tagliaerba attaccato si è ribaltato non gli ha lasciato scampo. Giampietro Salvaro, 70enne originario di Soave e da tempo residente ad Albaredo d'Adige, è l'agricoltore che ha perso la vita nel primo pomeriggio di giovedì in località Monte Bognolo

L'uomo stava falciando l'erba tra i filari del suo vigneto alla guida di un Landini 5500 quando, per cause al vaglio dei tecnici Spisal, avrebbe perso il controllo del mezzo agricolo ed è rotolato giù per una scarpata, rimanendo schiacciato. Non vedendolo rientrare, i familiari hanno lanciato l'allarme e sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e il personale del 118, oltre ai carabinieri, ma per Salvaro non c'è stato niente a fare. 

I sindacati

«Purtroppo l’80% degli incidenti, anche mortali, in agricoltura accade perché il trattore si rovescia. In attesa che venga chiarita la dinamica del tragico incidente ricordo che spesso questo tipo di infortuni si verifica perché il mezzo impiegato per il lavoro sui campi era obsoleto o era privo delle misure di sicurezza. È importante che i macchinari che vengono scelti per lavorare i campi rispettino tutte le norme di sicurezza per ridurre il rischio di incidenti sul lavoro che possono essere anche fatali. Chi lavora il proprio terreno crede di conoscerlo e, pertanto, spinto da questa fuorviante convinzione, non sempre mette in atto tutte quelle accortezze che sono indispensabili e rappresentano un vero salvavita quando si sta lavorando. La Uil, esprimendo il suo cordoglio alla famiglia della vittima, ricorda l’importanza della prevenzione e della sicurezza che si conquistano anche impiegando mezzi più moderni e al passo con i tempi».
Questo l'intervento di Giuseppe Bozzini, coordinatore della Uil Verona, in merito al drammatico incidente avvenuto a Soave, che allunga la striscia di morti sul lavoro in campagna. «In Veneto, nei primi sette mesi dell'anno, ci sono registrati 52 morti sul lavoro – ha aggiunto Bozzini – motivo per cui va portato avanti il percorso intrapreso con le istituzioni e le altri parti sociali sulla sicurezza sul lavoro: più formazione, più risorse, più controlli, più prevenzione».

Sul tema si è espressa anche la Fai Cisl Verona: «Sebbene la dinamica non sia ancora del tutto chiarita e le responsabilità siano ancora tutte da accertare, duole dover continuare a constatare che in un comparto a forte rischio come quello agricolo ancora non vengano rispettate tutte le norme relative alla salute e alla sicurezza. Poco importa che si tratti di un giovane o di un adulto, di un dipendente o di un agricoltore diretto. Resta sempre una vita spezzata, una tragedia che poteva essere evitata attraverso l’utilizzo di regole e strumentazioni che nessuno oggi può dire di non conoscere.
Cisl congiuntamente alla propria federazione FAI sostiene fortemente quanto affermato dal nostro Presidente della Repubblica, il quale di fronte all’ennesima tragedia a Brandizzo afferma come “morire sul lavoro sia un oltraggio alla convivenza”.
Servono azioni urgenti ed incisive da parte degli organi preposti, delle aziende e dei lavoratori in tema di formazione e cultura sulla sicurezza, a partire dalla formazione scolastica».

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