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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca San Bonifacio

Estradato camionista accusato della morte di Rebellin. «Deve pagare per orrore commesso»

Françoise Marie, moglie del campione di ciclismo investito sei mesi fa, ha commentato l'accoglimento in Germania della richiesta di estradizione di Wolfgang Rieke. «È giusto che sia messo di fronte alle sue azioni»

«Il cammino giudiziario sarà ancora lungo ma l'importante è che la persona che ha ucciso mio marito, restando a guardare subito dopo la tragedia senza chiamare i soccorsi, fuggendo e non avendo mai espresso una sola parola di scuse e rimorso, venga arrestata e giudicata per quello che ha fatto». Françoise Marie, la moglie di Davide Rebellin, ha commentato con queste parole l'estradizione in Italia di Wolfgang Rieke, il camionista tedesco accusato di aver ucciso il campione di ciclismo nato a San Bonifacio investendolo con il suo camion e proseguendo il tragitto senza prestare soccorso a Rebellin.

«È giusto che sia messo di fronte alle sue azioni - ha aggiunto la donna rimasta vedova dopo anni di matrimonio - Un drammatico incidente può capitare, ma la sua reazione, terribilmente vile e senza rimpianti, non è quella di un uomo. Per me è importante anche che l'inchiesta sia riuscita a dimostrare che la responsabilità dell'incidente è al 100% del camionista, che aveva perfetta visibilità per poter scorgere Davide, il quale percorreva la strada in totale sicurezza per se stesso e senza recare disturbo a nessuno. Ho letto tante cose che hanno acuito il mio dolore, come se fosse stato Davide ad andare addosso al camion, pedalando senza rispettare gli altri utenti della strada, laddove invece mio marito era una persona particolarmente e profondamente rispettosa di tutti, anche sulla strada: per lui era molto importante non intralciare mai nessuno, restare sulla destra, fermarsi al semaforo rosso, mettere il casco. E se una persona pedalava per un po’ assieme a lui e procedeva troppo a sinistra, gli diceva subito di stare attento, di tenere la destra, di mettersi davanti o dietro a lui, preoccupato per la sua sicurezza e per il rispetto degli automobilisti. In trent’anni d’intensi allenamenti su strada, pedalando per ore e ore ogni giorno, non aveva mai avuto incidenti, a riprova di quanto fosse attento, sempre e prudente».

E come riferito da Vicenza Today, Françoise Marie ha concluso: «Davide aveva molti nuovi progetti, anche come coppia ne avevamo di bellissimi da realizzare, ora che la sua carriera di ciclista professionista era appena giunta al termine, e la cosa ci rendeva particolarmente felici. Finalmente avevamo più tempo per noi stessi, per seguire i giovani, organizzare stage, partecipare alle gare di "Gravel bike" che tanto amava. Quest'uomo che ha spezzato tutti questi progetti, che ha schiacciato senza rimorsi o rimpianti una persona così pura, così dolce, così amorevole, così rispettosa, così gentile, deve pagare per quello che ha fatto, per la sua reazione disumana: come se Davide non avesse valore. Deve essere giudicato e condannato per l'orrore che ha commesso e che continua a togliermi il fiato. Una vita senza mio marito non l'avrei mai immaginata così, tanto eravamo in simbiosi, molto uniti, innamorati, e sarà per sempre così».

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