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Cronaca

Mascherine requisite, donate o distribuite nell'emergenza coronavirus

I funzionari dell'Agenzia Dogane e Monopoli ne hanno requisite 30mila all'aeroporto Catullo, mentre il Comune di Verona ne lascerà tre in ogni buca delle lettere. E all'ospedale di Negrar ne è giunto uno stock in dono dalla Cina

Tra decreti ed ordinanze, sono tanti i provvedimenti presi dalle autorità per fronteggiare l'emergenza coronavirus. E i diveti di spostamento non riguardano solo i cittadini. Anche per alcune merci, fondamentali in questo momento, è stato introdotto il divieto di esportazione. Inoltre, la legge autorizza «ogni misura utile all'acquisizione» di queste merci. Con «ogni misura utile» s'intende anche la requisizione ed è proprio quello che hanno fatto oggi, 24 marzo, i funzionari dell'Agenzia Dogane e Monopoli (Adm) dell'aeroporto Catullo. Tra i prodotti requisibili, infatti, ci sono i presidi sanitari e medico-chirurgici come le mascherine. E i funzionari veronesi di Adm hanno requisito 30mila mascherine che erano state importate da una società privata. Questi dispositivi di protezione saranno destinati alla protezione civile e alle strutture sanitarie del territorio, le quali sono alla continua ricerca di mascherine per proteggere coloro che si trovano in prima linea in questa lotta al Covid-19.

Ma la richiesta di mascherine non giunge solo dal personale sanitario o dai volontari della protezione civile. Tutti i cittadini le stanno cercando per indossarle quando, in caso di necessità, devono uscire di casa. La Regione Veneto ne ha donate tante e da oggi, come annunciato dal sindaco Federico Sboarina, è iniziata la distribuzione nel territorio comunale di Verona. I volontari della protezione civile, muniti di pettorina di riconoscimento o in divisa, hanno iniziato a inserire in ogni cassetta della posta un pacchetto sigillato contenente tre mascherine. Un numero contingentato e calcolato sulla media delle persone presenti negli appartamenti, in modo da far avere a tutti i cittadini questi dispositivi.  «Nessuno entrerà nelle case dei veronesi - ha detto Sboarina - Per cui non dovete aprire la porta, vi suoneranno solo per accedere all'androne condominiale e raggiungere così le cassette. Un'attività capillare senza precedenti, mai fatta a Verona, che vedrà coinvolti centinaia di volontari, ben riconoscibili grazie alle casacche, persone che ringrazio una ad una per il prezioso servizio svolto. Dobbiamo raggiungere migliaia di persone, ci vorrà qualche giorno per completare la distribuzione, quindi chiedo a tutti di pazientare e di capire la situazione. Chi ha in casa dispositivi sanitari certificati utilizzi prima quelli per uscire, queste che verranno consegnate sono comunque una barriera per chi non ha a disposizione le altre mascherine. Tutto serve per limitare i contagi. Continuiamo a ragionare in termini di comunità, vorrei non vedere più nessuno per strada senza i dispositivi addosso».
E a dare una mano ai volontari della protezione civile nel centro storico di Verona ci saranno anche operatori di Amia, che daranno il loro supporto logistico nella distribuzione di circa 20mila mascherine in 1.000 abitazioni.

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(Il punto di partenza della distribuzione di mascherine da Verona)

E uno stock di mascherine del tipo ffp2 è giunto nei giorni scorsi all'ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar dalla città cinese di Shenzhen, anch'essa colpita dall'epidemia Covid-19. Un dono prezioso dell'azienda cinese Aukey, produttrice di accessori per cellulari, che consentirà al nosocomio veronese di tirare il fiato riguardo all'approvvigionamento di questo dispositivo di protezione individuale. Diecimila mascherine, confezionate singolarmente, il cui involucro è già un regalo. Ciascuno infatti riporta un messaggio di solidarietà e speranza: «Siamo petali dello stesso fiore poiché solo se ci stringiamo nello stesso punto dell'infinito riusciamo ad essere qualcosa di meraviglioso».

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