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Cronaca Sona / Piazza Roma, 1

Schianto mortale a Sona, il pilota era esperto: da chiarire le cause

Luciano Urbani aveva alle spalle oltre 30 anni di volo e conosceva molto bene la sua proprietà che stava sorvolando: difficile quindi stabilire cosa lo abbia portato a tranciare i cavi dell'alta tensione con l'ala

Era molto conosciuto nelle zone di Sona, Sommacampagna e Bussolengo, Luciano Urbani, l'imprenditore morto nel pomeriggio di venerdì per essere precipitato con un ultraleggero Eurostar Evektor, con il quale era partito da un campo volo privato di Castelnuovo del Garda. Il velivolo ha tranciato i cavi dell'alta tensione con un'ala ed è caduto nel piazzale della RBN Logistic, situata al confine tra Sona e Sommacampagna, poco lontano dalla stazione ferroviaria di quest'ultimo comune. Il biposto non si sarebbe incendiato, fermandosi prima della staccionata in pietra che delimita i binari ferroviari: sul posto si sono precipitati gli uomini del 118 ed i vigili del fuoco, oltre ai carabinieri che stanno ora conducendo le indagini, ma per l'imprenditore residente a Palazzolo di Sona non c'è stato nulla da fare. 

CAUSE DA CHIARIRE - Urbani stava sorvolando la sua proprietà e alle spalle aveva oltre 30 anni di esperienza come pilota, che lo ha visto utilizzare anche velivoli più "impegnativi". Chi lo conosceva, afferma che non era affatto spericolato come pilota, resta quindi da capire cosa possa aver provocato l'incidente mortale di venerdì: difficile che l'impresario possa essersi "dimenticato" dei cavi in un'area che conosceva tanto bene, più probabile invece che durante la fase di atterraggio nell'area utilizzata come deposito di camion, abbia avvertito un malore che lo ha portato a sbagliare la manovra. 
Un incidente che ha provocato alcuni problemi alla rete elettrica della zona, con alcuni blackout segnalati e gli operai Enel che si sono subito messi al lavoro per riportare la situazione alla normalità, visto che poco distante è presente anche la fabbrica di porcellane Ancap. Nessun disagio invece è stato riscontrato per la circolazione ferroviaria. 

L'IMPRENDITORE - Luciano Urbani, sposato e padre di quattro figli, classe 1946, costruì le sue fortune nel settore immobiliare, lavorando con il padre nella sua azienda edile (a cavallo tra gli anni '60 e '70) che poi finì con il gestire. Investì nel basso lago e nella zona dove da sempre viveva, costruendo palazzine e anche residence, poi decise di diversificare e di avventurarsi nel settore della logistica, cosituendo la società Corbaz e rilanciando l'interporto collocato all'ombra del monte Spada. Nato nel 1988 da un investimento che si aggira sui 50 milioni di euro, il terminal ferroviario tra Sona e Sommacampagna permette di caricare i mezzi pesanti e di condurli nel nord Europa tramite rotaia.
Poi la crisi economica, che qualche difficoltà l'aveva naturalmente creata, e la ripresa di questi anni, ma Urbani si era dedicato per qualche tempo anche alla politica, svolgendo il ruolo di segretario della sezione locale della Democrazia Cristiana. 

IL RICORDO - «Altra notizia sconvolgente...caro Luciano...la tua tenacia nel non arrenderti mai non doveva finire con un incidente sui fili dell'alta tensione...non ho mai conosciuto una persona, un imprenditore così determinato, capace di risollevarsi nonostante le ingiustizie subite e sempre pronto a inseguire con fiducia il suo sogno...un fatale e ingiusto incidente ti ha fermato...ma l'opera non si fermerà...condoglianze alla tua bella grande famiglia a cui eri molto attaccato...». Sono le parole pubblicate sul proprio profilo Facebook da Stefano Valdegamberi, consigliere regionale del Gruppo Misto, che svolse un ruolo da mediatore nella riapertura del terminal ferroviario. 

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