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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Via Fratelli Cairoli

Il Tar Veneto accoglie il ricorso di KFC contro il Comune di Verona: sì al pollo fritto d'asporto

Critiche le opposizioni: «La crociata dell'amministrazione contro KFC non è soltanto ridicola, ma pure dannosa»

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Terza) ha accolto l’istanza cautelare presentata da Us Food Network S.r.l., società di ristorazione licenziataria del famoso brand americano KFC in Italia, di contro al Comune di Verona che, verso il nuovo ristorante KFC in zona piazza Erbe aveva imposto, con un precedente provvedimento, il divieto di svolgere vendita d'asporto del caratteristico polletto fritto. In particolare, come ricordato nell'ordinanza del Tar Veneto, il provvedimento del 16 novembre 2021 del Comune autorizzava l'avvio dell'attività con la seguente prescrizione: «È pertanto vietata la vendita per asporto dei soli alimenti di cui all'art. 6-bis della disciplina in argomento, ovvero "prodotto fritto o cibi etnici riferibili alla cultura orientale o medio orientale"».

L'effetto dell'ordinanza cautelare del Tar Veneto pubblicata ieri, venerdì 2 dicembre, è quello di sospendere i provvedimenti impugnati e, in seconda istanza è stata anche fissata, per la trattazione di merito del ricorso, l'udienza pubblica prevista il prossimo 9 marzo 2022. In breve, chi vorrà, d'ora innanzi, potrà recarsi presso KFC in centro storico a Verona ed acquistare, anche d'asporto, il croccante pollo fritto e gustarselo mirando pure con aria di sfida lo sguardo severo dell'impassibile Berto Barbarani.

Naturalmente la "sconfitta" del Comune di Verona, segnata dalla sentenza del Tar, ha avviato un'inevitabile recrudescenza delle polemiche politiche nel canonico rimpallo tra maggioranza ed opposizioni. Il primo ad intervenire è stato il consigliere Michele Bertucco, il quale in una nota commenta così la vicenda: «Tutto avremmo potuto immaginare tranne che l’amministrazione Sboarina-Zavarise scegliesse come propria Waterloo il campo di un fast food specializzato in pollo fritto. Dopo aver perso la battaglia politica per l’apertura del nuovo ristorante KFC (ricordiamo il “mai” di Sboarina e Zavarise? Oppure l’emendamento ad hoc in Variante 29 respinto dagli uffici comunali?) ora perde anche la battaglia giudiziaria per impedire il consumo del cibo di asporto. Del resto lo avevamo previsto: come si fa a imporre un divieto ad un unico esercizio commerciale quando tutto intorno il centro storico è un bazar di patatine, kebab, mutande?».

Anche il movimento civico Traguardi è intervenuto con una nota congiunta a firma del consigliere comunale Tommaso Ferrari e del presidente di Traguardi Pietro Trincanato: «L'avevamo detto al momento dell'annuncio del divieto d'asporto, lo ribadiamo ora che i fatti e la giustizia amministrativa ci hanno dato ragione: la crociata dell'amministrazione contro KFC non è soltanto ridicola, ma pure dannosa. Dannosa, - chiariscono Ferrari e Trincanato - perché non solo fa spendere soldi dei contribuenti in procedimenti giudiziari persi in partenza, ma perché è il tentativo di personalizzare la questione del degrado del centro storico incolpando un unico esercizio. Speriamo che dopo questo ennesimo smacco sul dossier KFC - concludono Ferrari e Trincanato - l'amministrazione abbandoni le battaglie ideologiche contro chi fa impresa a Verona e capisca che la riqualificazione del centro storico, quella vera, non passa dal proibizionismo contro singole categorie merceologiche, ma da una migliore gestione degli eventi, da investimenti in un'offerta di qualità per cittadini e turisti e in una pianificazione di lungo periodo».

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