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Cronaca Villafranca di Verona / Strada Provinciale 26A

Gioia, stanchezza, lacrime e sollievo per i 38 veronesi rimpatriati da Israele

Per giorni bloccati in un albergo, i pellegrini della Chiesa della Restaurazione di Peschiera del Garda sono sbarcati al Catullo insieme ad altri italiani caricati su un volo Neos partito da Tel Aviv

Pianti, sorrisi, abbracci. Ognuno ha sciolto come poteva l'angoscia e la paura con cui per giorni hanno dovuto convivere. E alcuni hanno anche confessato i momenti più bui, quelli in cui la luce della speranza sembrava non esserci più. I momenti in cui è stato forte il timore di non riuscire a tornare a casa. Ma a casa ci sono tornati ieri, 10 ottobre, intorno alle 20.30, quando il volo Neos partito dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv è atterrato al Valerio Catullo di Verona. A bordo c'erano 183 italiani che erano rimasti bloccati in Israele dopo gli attacchi di Hamas e l'inizio di una nuova guerra. E tra i 183 italiani c'erano anche i 38 pellegrini veronesi della Chiesa della Restaurazione di Peschiera del Garda.

Hanno vissuto la gioia del rientro in Italia, dopo aver visto la morte e le atrocità di una guerra che non sta risparmiando nessuno, neanche i bambini. Hanno vissuto giorni di attesa per poter scappare da un terrore che aumentava dentro e intorno a loro. E quando hanno toccato il suolo italiano hanno sentito tutta la stanchezza fisica, emotiva e mentale di un'esperienza che non dimenticheranno.

Un'esperienza raccontata, tra lacrime di sollievo e gioia, nei primi commenti dei pellegrini veronesi atterrati ieri al Catullo. Hanno raccontato di essere partiti per un viaggio in cui hanno visitato la Terra Santa e nel giorno in cui sarebbero dovuti tornare è partita l'offensiva di Hamas. Per giorni sono dovuti rimanere chiusi in un albergo di Gerusalemme, mentre sentivano volare missili, cadere bombe e contare morti. Dall'albergo hanno lanciato messaggi di aiuto accolti dalle autorità italiane che sono riuscite ad organizzare il loro rientro e quello di altri italiani in Israele.
Tra ieri e oggi sono 7 i voli, sia militari che civili, con cui il Ministero degli Esteri italiano conta di rimpatriare circa 900 italiani, in gran parte turisti e pellegrini. Rimpatriati che ieri al Catullo hanno chiesto che la violenza in Israele cessi il prima possibile ed hanno ringraziato coloro che hanno collaborato per farli salire sull'aereo che li ha salvati. Un ringraziamento a cui si è unito anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia: «Ringrazio il ministro degli esteri Antonio Tajani e mi stringo a queste persone finalmente in patria dopo giorni di paura e tensione - ha commentato Zaia - Lavoriamo ora per cercare di riportare in Veneto tutti gli altri turisti e visitatori ancora bloccati in Israele. È necessario fare uno sforzo affinché queste persone che scappano dalla guerra possano tornare in Italia».

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