rotate-mobile
Cronaca

Lamenti e polemiche per l'apertura ritardata della Galleria Adige-Garda di martedì

La Provincia Autonoma di Trento scarica la responsabilità su alcuni Comuni. Da Verona il sindaco Tommasi chiede «una linea di comunicazione diretta». Critici i pescatori gardesani: «Apertura avvenuta quando non c'erano le condizioni»

Mentre il maltempo si abbatte ancora sulla provincia di Verona e la Regione Veneto attiva l'unità di crisi, rimane ancora accesa la diatriba sull'apertura della Galleria Adige-Garda autorizzata nella giornata di martedì scorso, 31 ottobre.

La galleria è stata creata per scaricare nel lago l'acqua del fiume in caso di piena. Caso che si è verificato martedì e che potrebbe ripetersi in questi giorni, viste le preannunciate precipitazioni. Per questo, non si è ancora del tutto placato lo scontro sul procedimento che porta all'apertura della galleria. «Se c’è qualcosa da migliorare ritengo riguardi il ruolo che la città di Verona deve avere nel processo decisionale di apertura della galleria del Garda, dove si sono verificate delle criticità - si è lamentato il sindaco di Verona Damiano Tommasi - Un'opera che è nata anche per salvaguardare Verona in caso di piena dell’Adige e che quindi richiederebbe un assoluto allineamento in tempo reale attraverso l’istituzione di una linea di comunicazione diretta con il nostro Comune, proprio per evitare o limitare il più possibile i danni». Danni che si sono verificati in particolare all'impalcatura montata su Ponte Nuove e che secondo Tommasi si sarebbero potuti evitare se la galleria fosse stata aperta prima.

In base ai dati diffusi dalla Comunità del Garda, la galleria è stata aperta martedì alle 17.30 con una portata di 150 metri cubi d'acqua al secondo. E la chiusura è avvenuta intorno a mezzanotte. «Sono circa 3.500.000 i metri cubi di acqua riversata nel Lago di Garda, un valore che si attesta a circa 1 centimetro di livello del lago - ha scritto la Comunità del Garda - Ora bisogna concentrarsi sull'andamento in crescita dei livelli del Lago di Garda e l'Agenzia interregionale del fiume Po ha già disposto un aumento di portata dello scarico del Garda».

Ma la Comunità del Garda è stato anche l'ente che ha alzato di più la voce contro l'apertura della galleria. La Comunità del Garda ha riconosciuto l'utilità dello scolmatore e non è contraria ad un suo utilizzo in caso di necessità. Ciò che ha criticato è che l'apertura è arrivata nel tardo pomeriggio quando i livelli del fiume si stavano abbassando. Ed il presidente Pierlucio Ceresa è arrivato a minacciare anche azioni legali.
Una posizione condivisa dall'unione dei pescatori bresciani, secondo cui l'apertura dello scolmatore di martedì scorso è avvenuta senza che ce ne fossero le condizioni. «Il Lago di Garda ha già i suoi problemi - hanno scritto i pescatori gardesani - non serviva di certo riversare altre acque dell'Adige se le condizioni di pericolo non erano effettive. Addirittura sembra che i livelli erano in calo. Perché allora è stato aperto lo scolmatore? Una situazione che si ripete e anche noi vorremmo che si potesse capire perché. Auspichiamo che si vada a fondo della questione senza se e senza ma».

E una risposta è arrivata dal Trentino, dove il vicepresidente uscente della Provincia Autonoma Mario Tonina ha scaricato la responsabilità su alcuni Comuni che avrebbero ritardato a dare il via libera. Un ritardo che ha permesso di azionare l'opera solo alle 17.30 e che ha poi scatenato polemiche e lamentele.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lamenti e polemiche per l'apertura ritardata della Galleria Adige-Garda di martedì

VeronaSera è in caricamento