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Truffa informatica a danno di aziende agricole. "Fate attenzione all'Iban"

Confagricoltura Verona mette in guardia da possibili raggiri. I truffatori intercettano le mail tra cliente e fornitore e poi inseriscono le proprie coordinate bancarie per incassare i bonifici all'insaputa di tutti

Confagricoltura Verona ha denunciato una truffa informatica, sempre più diffusa nel territorio scaligero, a danno di alcune aziende agricole. È la truffa del codice Iban, che consiste nell'intercettare una mail tra cliente e fornitore contenente i dati di una fattura, modificando il numero di conto corrente in modo che il pagamento non venga fatto al vero destinatario, ma al truffatore.

Abbiamo avuto alcune aziende che sono state vittime di questo raggiro, con danni che ammontano a migliaia di euro - ha detto il presidente Paolo Ferrarese - Vogliamo far conoscere come funziona la truffa in modo che le aziende possano proteggersi. Dalla Polizia Postale abbiamo saputo che, tecnicamente, il raggiro si chiama "man in the middle" e che in Veneto i danni conseguente a questa truffa ammontano a parecchi milioni di euro. I truffatori riescono a inserirsi nelle transazioni commerciali, che sempre più spesso vengono fatturate online con la spedizione via Internet. Non appena vedono arrivare l'email con il codice Iban del creditore, intervengono e lo sostituiscono con il proprio, certi che difficilmente la vittima si accorgerà della manomissione.

Confagricoltura Verona consiglia alcuni accorgimenti per evitare il raggiro. In primo luogo, la fattura non va inviata in formato Excel ma in Pdf, perché non è più modificabile. In secondo luogo, va spedita tramite Pec, la posta elettronica certificata. Infine, le aziende devono sempre avere la premura di verificare che l'Iban del fornitore sia quello corretto.

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