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Cronaca Centro storico / Corte Giorgio Zanconati, 1

Cani maltrattati in allevamento, condannati i due gestori e la veterinaria

A quasi tre anni dal sequestro della struttura di Isola della Scala, è arrivata la sentenza di primo grado. Soddisfatte le associazioni animaliste Enpa ed Lndc

Il Tribunale di Verona ha condannato in primo grado i due gestori e la veterinaria dell'allevamento Amico Cane di Isola della Scala. Il reato di cui sono stati ritenuti responsabili è quello di maltrattamento di animali e le condanne sono di due anni e sei mesi di reclusione, di dieci mesi e di otto mesi.

A riferirlo sono le associazioni animaliste, che ricordano come nell'allevamento sarebbero stati detenuti circa trecento cani, appartenenti a razze diverse e una trentina di animali da cortile, tra cui bovini, pony ed avicoli, tutti rinchiusi in condizioni incompatibili con la loro natura. Condizioni che avrebbero prodotto sofferenze agli animali che non si potevano muovere adeguatamente e che sarebbero stati trovati in condizioni igieniche precarie e con scarso cibo a disposizione.

Allevamento cani di razza a Isola della Scala - Carabinieri

«Purtroppo realtà come queste non sono isolate - ha commentato Carla Rocchi, presidente dell'Enpa (Enta nazionale protezione animali) - Da sempre ripetiamo che i cani non si comprano. Troppo spesso, infatti, dietro l'acquisto di un animale domestico si nascondono storie di maltrattamenti, sfruttamento o traffici illeciti. I canili, i gattili e i rifugi sono pieni di animali che non aspettano altro che ricevere un po' di amore. Come Enpa continueremo a combattere, con il nostro ufficio legale in primis, tutte queste ignobili situazioni di sfruttamento e maltrattamento di animali».

«Siamo molto soddisfatti per questa sentenza - ha detto Michele Pezone, legale di Lndc (Lega nazionale in difesa del cane), associazione che si era costituita parte civile nel processo - che ha disposto anche la sospensione dell'attività di allevamento per un anno».
«Finalmente gli animali hanno avuto giustizia - ha aggiunto Piera Rosati, presidente di Lndc - Le immagini provenienti da quel lager erano davvero difficili da sopportare. La verità è che ci sono purtroppo ancora troppi allevatori che considerano gli animali soltanto delle merci da sfruttare per il maggior guadagno possibile, senza il minimo riguardo per il loro benessere. Per questo motivo sosterremo sempre che la cosa migliore da fare è non alimentare questo business ma adottare un animale bisognoso dai tanti canili che da nord a sud sono pieni di cani in cerca di una famiglia. E chi decide di comprare un cane, dovrebbe quanto meno verificare di persona le condizioni dell'allevamento di provenienza e denunciare qualsiasi forma di maltrattamento. Solo così si potrebbe porre fine ai tanti abusi che purtroppo continuano a interessare tanti poveri animali».

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