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Cronaca Porto San Pancrazio / Lungadige Galtarossa

Abusi in questura, udienza saltata. Siulp: «Perplessità su un'indagine grottesca»

L'incontro con il gip di uno degli accusatori non si è tenuto perché l'uomo non è stato trasferito dal carcere di Venezia. Battisti: «Era irreperibile non per paura di ritorsioni da parte dei poliziotti ma perché non voleva essere arrestato»

Lunedì scorso, 18 settembre, si sarebbe dovuta tenere la prima delle udienze fissate dal giudice per le indagini preliminari di Verona per l'inchiesta sulle presunte violenze e torture che sarebbero state compiute nella questura scaligera. Un'udienza in cui uno degli accusatori, assistito dai propri legali e alla presenza degli avvocati degli indagati, avrebbe dovuto confermare le proprie accuse. L'udienza però non si è tenuta ed è stata rimandata di tre settimane. E il motivo è che l'uomo, che aveva riferito di aver subito violenze e umiliazioni da parte degli agenti, non è stato trasferito a Verona dal carcere di Venezia dove si trova attualmente detenuto.

Un piccolo incidente di percorso, che però nasconde un dettaglio da non sottovalutare per Davide Battisti, segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp di Verona. Un dettaglio che «suscita ulteriori perplessità su un'indagine che sta rivelando svolte grottesche», scrive Battisti. E il dettaglio riguarda proprio l'arresto e la detenzione dell'uomo che ieri avrebbe dovuto ribadire le proprie accuse contro i poliziotti indagati.
La sedicente vittima degli abusi in questura si trova infatti nel carcere di Venezia perché su di lui pendeva un cumulo di condanne superiore ai quattro anni. Pene che sono diventate esecutive perché la richiesta di sospensione era stata respinta. L'uomo, però, non essendo reperibile non è stato subito accompagnato in carcere. Ed è questa irreperibilità che Davide Battisti ha evidenziato. Il segretario del Siulp di Verona ha ricordato che il gip dell'inchiesta sugli abusi in questura aveva scritto che il fatto che l'accusatore si fosse dato alla macchia «pare coerente con la paura di ripercussioni ad opera della polizia a fronte delle dichiarazioni rese». Ma per Battisti, l'uomo si non voleva farsi trovare per evitare il carcere, visto che le sue pene non erano più sospese.

«Ci sembra a questo punto lecito chiedere in base a quali elementi il gip abbia potuto sbilanciarsi in giudizi con ricadute così ustionanti nei confronti di operatori della polizia sulla cui responsabilità non era stata raggiunta alcuna certezza giudiziaria, e per di più nel momento in cui la stessa procura aveva cominciato a nutrire dubbi sulla genuinità delle dichiarazioni della presunta parte offesa», ha concluso Battisti.

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