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Cronaca Porto San Pancrazio / Lungadige Galtarossa

Arresti in questura, botte e abusi a senzatetto e stranieri: «Oggi le devi prendere anche da me!»

L'indagine della Squadra Mobile scaligera ha preso il via da un'intercettazione telefonica compiuta nell'ambito di un'altra indagine, nella quale un agente si vantava con la fidanzata di aver "messo al suo posto" uno dei fermati dandogli due schiaffi

Due delle cinque persone indagate, non solo avrebbero picchiato un individuo sottoposto a fermo di identificazione, lo avrebbero anche costretto ad urinare nella stanza dei fermati
È quanto il gip ha scritto sull'ordinanza, riportato poi da Ansa, in merito all'indagine interna della questura di Verona che vede indagati un ispettore e quattro agenti per tortura e, a vario titolo, per lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio. In merito a questo episodio specificio, il giudice per le indagini preliminati ha sottolineato poi che li stessi operatori di polizia avrebbero spinto questa persona in un angolo, facendola cadere a terra e usandola "come uno straccio per pulire il pavimento".

"È innegabile - ha scritto il gip - che tutti gli indagati, con le condotte sopra descritte abbiano tradito la propria funzione, comprimendo i diritti e le libertà di soggetti sottoposti alla loro autorità offendendone la stessa dignità di persone, creando essi stessi disordine e compromettendo la pubblica sicurezza, commettendo reati piuttosto che prevenirli, in ciò evidentemente profittando della qualifica ricoperta, anche compiendo falsi ideologici in atti pubblici con preoccupante disinvoltura".

A dare il via all'inchiesta sarebbe stata un'intercettazione telefonica compiuta nell'ambito di un'altra indagine, nella quale un agente si sarebbe vantato di aver "messo al suo posto" uno dei soggetti fermati dandogli due schiaffi. Nell'ordinanza il gip scrive: "Raccontava alla fidanzata, inframezzando il narrato con risate e commenti divertiti, il pestaggio ai danni di una delle vittime". Ansa riporta altri stralci del documento, nei quali sono presenti i dialoghi tra l'operatore e la compagna, in cui raccontava le violenze che avrebbe mosso nei confronti delle persone che aveva fermato: "M.... che pigna che gli ho dato". Poi: "Ho detto vabbè, oggi le devi prendere anche da me!". Nel corso di un'altra chiacchierata avrebbe detto: "Gli ho fatto una presa io, gli ho calciato fuori e poi l'abbiamo portato dentro insieme, no, e vabbè gli abbiano tirato due, tre schiaffi a testa, no, ma così, giusto per...". 
Le indagini, durate otto mesi e conclusesi nel marzo 2023, avrebbero permesso di documentare sette casi. In uno di questi, uno straniero sarebbe stato colpito con un manrovescio, per un atto osceno compiuto nella stanza degli interrogatori.

A venire vessati sarebbero stati stranieri e senzatetto in stato di fermo. "I soprusi, le vessazioni e le prevaricazioni poste in essere dagli indagati risultano aver coinvolto, in misura pressocché esclusiva , soggetti di nazionalità straniera, senza fissa dimora, ovvero affetti da gravi dipendenze da alcol o stupefacenti, dunque soggetti particolarmente 'deboli'", ha scritto il gip, riportando di uno schiaffo che un agente avrebbe inflitto alle vittime, così "vigoroso da fargli perdere i sensi per alcuni minuti". Gli operatori, oltre ad insulti razzisti e botte, avrebbero rivolto anche minacce alle persone sotto la loro custodia, tipo "stai zitto, altrimenti entro dentro e vedi cosa ti faccio" o, riferendosi allo spray al peperoncino "ti spruzzo nel c...o". 

«Indagine svolta completamente dall'interno»

«Si è trattato di una indagine svolta completamente dall'interno e durata diversi mesi per accertare in modo chiaro e trasparente comportamenti non legittimi», ha spiegato all'Ansa il questore Massucci, che poi ha proseguito: «Resta la fiducia nei confronti delle donne e gli uomini della questura di Verona, ricordando le parole di un Sovrintendente di Verona, tragicamente caduto in un conflitto a fuoco quando mi diceva che una volta messe le manette anche il peggiore criminale è una persona e come tale da rispettare sempre». Aggiundo poi che «se qualcuno è venuto meno a questo principio è giusto sia la magistratura a valutarlo sulla base delle indagini che abbiamo sviluppato, come scritto dal Gip in modo encomiabile». 

«Ringrazio la procura di Verona per la fiducia accordata alla Polizia nel delegare alla squadra mobile le indagini riguardanti gli operatori appartenenti alla stessa questura», ha aggiunto il capo della polizia Vittorio Pisani, sottolineando che «la levatura morale della nostra amministrazione ci consente di affrontare questo momento con la dignità e la compostezza di sempre». 

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