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Mancano gli infermieri, Tar blocca la soluzione-tampone della Regione Veneto

Era stato istituito un corso complementare per gli oss, in modo da creare una figura di supporto alle professionalità sanitarie che operano nelle case di riposo. Il tribunale ha sospeso tutto e per l'assessore Lanzarin «non è una buona notizia»

Il Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Veneto ha accolto il ricorso degli ordini professionali (Opi e Fnopi Veneto) contro la Regione Veneto sulla delibera che istituiva un corso complementare per gli oss (Operatore Socio Sanitario) e gli Osss (Operatore Socio Sanitario Specializzato). Un corso pensato per tamponare la carenza di personale, ed in particolare di infermieri, nelle strutture extra-ospedaliere del Veneto, come ad esempio le case di riposo.

Il provvedimento era stato criticato dalla consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon che intravedeva in questo corso il rischio di un'equiparazione tra infermieri e oss. Rischio che non esiste per l'assessore regionale alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin, la quale si trova in disaccordo con la sentenza del Tar.
«Il tribunale ci ha bloccato e non è una buona notizia - ha commentato Lanzarin - La situazione è molto seria e molto problematica: ad oggi, le Ulss stanno prestando i loro infermieri alle case di riposo. Questo significa che anche negli ospedali le attività vengono ridotte o, comunque, non vengono esercitate come si vorrebbe. Le case di riposo continuano a rimanere in affanno e, all’orizzonte, non vediamo nuovi infermieri e questa situazione, lo ribadisco, dipende moltissimo da una programmazione nazionale errata. Con il corso complementare, la figura degli oss non sostituiva quella dell'infermiere, che rimane il profilo professionale cardine. Il corso andava a formare una figura di supporto, che doveva essere poi coadiuvata da un infermiere, e che in questo momento, soprattutto nelle strutture ospedaliere e nelle case di riposo diventava fondamentale se non essenziale per garantire il servizio. Le ordinanze del Tar non indicano in nessun modo né le ragioni di illegittimità del provvedimento né tantomeno il danno che deriverebbe a carico degli infermieri da un mero intervento di formazione complementare qual è quello previsto dalla delibera impugnata. Non é stato in alcun modo considerato lo stato di emergenza che in tema di personale affligge le case di riposo e che é stato fatto presente in udienza dalla Regione, anche evidenziando come alcune strutture devono per questo motivo trasferire alcuni ospiti in ospedale. Per questa emergenza la Regione ha insistito per l’avvio della formazione facendo presente che in ogni momento c’è lo spazio per il confronto con tutte le rappresentanze per arricchire il percorso e condividere le soluzioni. Questa sospensiva ci blocca finché non conosceremo il merito della decisione: una situazione che rischia di mandare a monte la nostra programmazione. A questo punto non resta che rivolgersi al Consiglio di Stato».

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