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Domenica, 28 Aprile 2024
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Studio per riconoscere il lavarello come specie parautoctona del Garda

Iniziativa di Regione Veneto, Regione Lombardia e Provincia Autonoma di Trento per abbattere il contestato divieto di immissione di questa specie ittica

Regione Veneto, Regione Lombardia e Provincia Autonoma di Trento hanno avviato uno studio congiunto affinché il Ministero dell'ambiente riconosca il coregone (noto anche come lavarello) come specie ittica parautoctona del Lago di Garda. L'accordo è stato trovato durante un incontro a Desenzano, sulla sponda bresciana del lago, tra l'assessore regionale alla pesca del Veneto Cristiano Corazzari, l'assessore alla pesca della Regione Lombardia Alessandro Beduschi e l'assessore trentino Roberto Failoni. Incontro a cui hanno partecipato anche Mariastella Gelmini e Filippo Gavazzoni, rispettivamente presidente e vicepresidente della Comunità del Garda.

«A breve arriverà un nuovo regolamento sulla pesca per l'intero lago - ha annunciato Corazzari - Verrà inoltre avviato anche uno studio che servirà a fornire elementi utili per la gestione di alcune specie di grande interesse per il mondo della pesca, come il coregone-lavarello, l'agone e il pesce persico. Abbiamo inoltre rinnovato la richiesta di vedere riconosciuto il coregone-lavarello come specie parautoctona, considerando la sua importanza per la pesca nel Lago di Garda e dato il plurisecolare acclimatamento nelle acque del lago. Una richiesta che la Regione Veneto ha formalizzato lo scorso dicembre con una lettera inviata al ministro dell'ambiente. E il prossimo passo sarà la sottoscrizione di uno specifico protocollo di intesa per avviare lo studio su coregone-lavarello, agone e pesce persico e l'attivazione di un tavolo di consultazione permanente tra le amministrazioni regionali e la Comunità del Garda».

L'obiettivo, come spiegato dall'assessore lombardo Beduschi è «sbloccare la questione del divieto di immissione del coregone nel Lago di Garda» perché la pesca di questa specie «è fondamentale per la sopravvivenza del settore nel bacino». E la strada intrapresa è quella di fornire al ministero «tutte le evidenze scientifiche utili ad approfondire questa tematica», in modo da far cadere quel divieto contestato dai pescatori gardesani.

E all'iniziativa delle due Regioni e della Provincia Autonoma plaude il consigliere regionale veronese Alberto Bozza che sul coregone-lavarello aveva presentato una mozione approvata dal consiglio regionale lo scorso 15 novembre. «Anche se non è una specie originaria, il lavarello è a tutti gli effetti patrimonio storico e ittico delle acque del Lago di Garda - ha dichiarato Bozza - Vi è da oltre un secolo senza aver mai arrecato danno alla fauna e alla flora del lago».

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