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Incendio Brendola, più dell'aria preoccupa l'inquinamento dell'acqua

I dati di Arpav certificano che non c'è alcun pericolo per la diossina nell'aria, ma la presenza di solventi potrebbe creare una moria di pesci in alcuni corsi d'acqua che interessano anche il Veronese

Avuta la conferma che non c'erano vittime o persone in pericolo e domato l'incendio, il rischio ambientale è apparso subito come il problema principale dovuto al rogo alla Isello Vernici di Brendola, nel Vicentino. Un problema che riguarda anche il territorio veronese e il cui contenimento è stato complicato dal maltempo che si è abbattuto proprio in provincia di Vicenza.

Ciò che preoccupava di più era l'inquinamento dell'aria dovuto all'intensa fumata nera che si è alzata dall'azienda e che il vento ha spostato in direzioni imprevedibili. Durante la fase più acuta dall'incendio, al lavoro dei vigili del fuoco è stato affiancato quello dei tecnici dell'Arpav che hanno raccolto campioni d'aria per verificare la presenza o meno di sostanze dannose come Ipa, diossine e Pcb.
Oggi, 3 luglio, Arpav ha reso noti i risultati delle analisi dei campioni di aria. «Pur precisando che per quanto riguarda la presenza di diossine e furani nell'aria non vi sono limiti normativi né valori guida, i dati evidenziano che durante l'incendio le concentrazioni sono risultate inferiori al limite di quantificazione - ha fatto sapere Arpav - La concentrazione totale dei policlorobifenili diossina simili espressa come tossicità equivalente è risultata essere pari a 0.0017 picogrammi/mc (metro cubo) corrispondenti a 1.7 femtogrammi/mc. Tale valore risulta in linea con le concentrazioni di fondo in condizioni di normalità rilevate nei capoluoghi Veneti in un lavoro condotto da Arpav. Per quanto riguarda le determinazioni di Ipa, la concentrazione di benzo(a)pirene è risultata non quantificabile dal metodo analitico e quindi inferiore allo 0.26 nanogrammi/mc».

Dunque, secondo Arpav, l'incendio non ha generato un inquinamento dell'aria allarmante. Ma è la stessa agenzia regionale per l'ambiente ad indicare un'altra situazione critica, quella dell'inquinamento delle acque superficiali, che si sta spostando da Brendola verso la provincia di Verona, attraversando i comuni di Sarego e Lonigo. I tecnici di Arpav hanno monitorato ed effettuato ulteriori campionamenti di acqua in provincia di Vicenza e in provincia di Verona, che si aggiungono a quelli già fatti nel punto di confluenza del rio Signoletto, alimentato dalle acque di spegnimento dell’incendio, con il fiumicello Brendola, per verificare in particolare la presenza di solventi o metalli. «Le analisi evidenziano la presenza dei composti attesi considerata la tipologia dell'azienda, in particolare solventi, peraltro individuati anche nei prelievi dell'aria eseguiti nell'immediatezza dell'evento - ha specificato Arpav, comunicandi i risultati delle analisi - Tenuto conto delle condizioni di ossigeno già basse per le alte temperature del periodo, si ritiene che tali composti abbiano determinato un ulteriore progressivo consumo dell'ossigeno disciolto con conseguente moria dei pesci. Nel percorso delle acque superficiali, la presenza di tensioattivi non ionici ha inoltre determinato ad ogni salto idraulico la formazione di schiuma persistente, provocando quindi un'ulteriore difficoltà allo scambio di ossigeno».

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