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Studenti e sindacalisti nei negozi regalano rose a chi lavora durante il Primo Maggio

Graziella Belligoli, segretaria generale Filcams Cgil: «Le festività vanno celebrate, non lavorate». Enrico Todesco della Rete degli Studenti Medi: «Bisogna riconoscere la precarietà di lavori dove gli stipendi sono generalmente inadeguati»

Ieri mattina, 1 maggio, nel corso dei festeggiamenti organizzati da Cgil, Cisl e Uil Verona in Piazza dei Signori per il Primo Maggio, un gruppo di sindacalisti di Filcams Cgil Verona, in collaborazione con la Rete degli Studenti Medi e con Udu Verona, si è staccato dalla manifestazione per portare una rosa alle commesse e ai commessi dei negozi del centro storico e del centro commerciale Adigeo. Il fiore è stato regalato a quei lavoratori e a quelle lavoratrici che non hanno potuto riposare proprio nel giorno della loro festa.

Rose per chi era al lavoro nella festa del Primo Maggio

«Sono ancora molti, troppi, gli esercizi commerciali che decidono di restare aperti nei giorni festivi, impedendo ai loro dipendenti di conciliare con dignità i tempi di vita e di lavoro - ha spiegato Graziella Belligoli, segretaria generale Filcams Cgil Verona - Una situazione che se già risulta grave nel corso dell'anno, nella giornata-simbolo del movimento dei lavoratori diviene intollerabile. Le festività vanno celebrate, non lavorate».

«Consegnare rose a questa categoria di lavoratori significa riconoscere la precarietà di lavori dove gli stipendi sono generalmente inadeguati, specie per quel che riguarda i lavoratori stagionali o gli stagisti, il tutto legittimato da una nociva narrazione della gavetta - ha commentato Enrico Todesco, coordinatore della Rete degli Studenti Medi di Verona - Occorre prendere coscienza sullo stato di natura di un mercato del lavoro sempre più flessibile e precario dove serve manodopera di capitale umano sempre più sottopagato, sapendo che in questo mercato noi studenti prima o poi ci inseriremo. Questo processo, inoltre, è evidentemente velocizzato dai percorsi di pcto introdotti nelle scuole, volti attualmente alla mera capitalizzazione del ruolo svolto da noi studenti nella società».
E Laura Bergamin, coordinatrice dell'Unione degli Universitari di Verona ha aggiunto: «L'ambiente universitario è strettamente ricollegato alla realtà lavorativa, presentando un elevato numero di studenti lavoratori, eppure ancora manca una seria riflessione legata a questo rapporto, rendendo difficile conciliare i due aspetti. Lo status di studente lavoratore risulta quindi il più delle volte posto al margine, insieme ai disagi che ne conseguono, soprattutto nel caso di studenti fuorisede».

«Il mondo del lavoro ad oggi è ancora troppo spesso legato a dinamiche di tossica competitività e meramente volte al profitto ed è evidente soprattutto nel contesto delle nuove generazioni - ha concluso Marco Nimis, coordinatore della Rete degli Studenti Medi del Veneto - Proprio noi giovani, infatti, siamo destinati a lavori precari, spesso sottopagati e sminuiti in maniera classista, per poi ricevere critiche ed essere additati come incapaci e scansafatiche. Vogliamo costruire e ripensare insieme una realtà lavorativa che permetta di sviluppare le passioni, le propensioni e le aspirazioni, con una società che offra a tutti basi di partenza solide».

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