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«Dopo 25 anni siamo ancora qui», a Verona la piazza dell'orgoglio lgbt

Il Comitato Verona Pride ha presentato la manifestazione che si terrà sabato prossimo alle 17 in Piazza Bra, la quale per qualche ora diventerà Piazza Pride, anche per ricordare tutte le vittime dell'omo-lesbo-bi-trasfobia

«Verona offre sempre nuove occasioni per scendere in piazza a ribadire il nostro orgoglio. E dopo 25 anni siamo ancora qui». Con queste parole il Comitato Verona Pride ha presentato la manifestazione che si terrà sabato prossimo, 18 luglio, alle 17, in Piazza Bra, la quale per qualche ora diventerà Piazza Pride. Ovvero la piazza dell'orgoglio lgbt, ma anche la piazza del ricordo di tutte le vittime dell'omo-lesbo-bi-trasfobia. Un'iniziativa che vuole rispettare tutte le norme anti-Covid e per questo non è stato previsto alcun corteo e viene chiesto a tutti coloro che volessero partecipare di avere sempre con sé la mascherina.

«Dopo 25 anni siamo ancora qui», è quanto detto dal Comitato Verona Pride e quanto si legge anche nel manifesto della manifestazione. Ma cosa è successo 25 anni fa? Il 14 luglio 1995, il consiglio comunale di Verona approvò una serie di mozioni. Una di queste impegnava l'amministrazione veronese a non parificare i diritti fra coppie omosessuali e coppie eterosessuali. Subito dopo l'approvazione, sette militanti lgbt occuparono per pochi minuti una strada adiacente al municipio e per questo vennero denunciati per manifestazione non autorizzata, interruzione di pubblico servizio e blocco del traffico. Denunce che poi caddero nel vuoto, ma non caddero nel vuoto le mozioni definite omofobe, le quali fecero nascere il Comitato Alziamo la Testa che organizzò la prima grande manifestazione lgbt di Verona il 30 settembre 1995.
Le mozioni del '95 hanno dunque dato la scossa ad un movimento che in 25 anni è cresciuto. «Quello che è rimasto molto indietro è il fronte dei diritti - prosegue il Comitato Verona Pride - La situazione veronese non è migliorata. Nel tempo altre mozioni sono state approvate contro diverse soggettività e forme di autodeterminazione». In ordine di tempo, l'ultima di questa serie di mozioni individuate dal Comitato Verona Pride è quella approvata il 9 luglio scorso, con cui si chiede di appoggiare la Conferenza episcopale italiana contro la proposta di legge anti-omofobia in discussione in Parlamento.

«Impressiona come a 25 anni di distanza - conclude il Comitato Verona Pride - lotte lgbt e femministe siano una delle ossessioni di questa amministrazione. Verona è diventata (o forse è sempre stata) il laboratorio dell'estrema destra. Ci sono stati morti e infinite occasioni di protesta, tante manifestazioni contro le diverse amministrazioni comunali che hanno fatto sì che, nel capoluogo come in provincia, proliferassero movimenti e gruppi fascisti, razzisti e omo-bi-transfobici. Movimenti e gruppi che hanno ottenuto una maggiore legittimazione politica di chi per anni ha lottato perché fossero estesi i diritti civili e le libertà».

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