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Parco Natura Viva, c'è tempo fino a stasera per aderire alla corsa in favore della biodiversità e delle specie a rischio

Partecipare alla gara è gratuito e molto semplice, l’obiettivo è raccogliere donazioni per aiutare Fondazione A.R.C.A. nelle proprie attività di salvaguardia della biodiversità

All’ultimo giro di boa la A.R.C.A. Foundation Challenge, la gara outdoor che ha chiamato all’azione runner di ogni parte d’Italia per raccogliere fondi a favore della conservazione delle specie animali a rischio di estinzione: partita il 12 giugno scorso, sarà possibile partecipare fino alle 22 di domenica 20 giugno. Promossa da Fondazione A.R.C.A, l’organizzazione no profit del Parco Natura Viva di Bussolengo, sono stati fino ad ora più di 150 i partecipanti che hanno deciso di dare il via alla competizione dotati solo del proprio smartphone.

È sufficiente individuare un percorso di 5 chilometri a propria scelta, registrarsi sulla app “RunBull” e tenere d’occhio la classifica pubblica in tempo reale: le prime 5 donne e i primi 5 uomini classificati riceveranno speciali riconoscimenti in materiale sportivo offerti da Diadora, che verranno consegnati il pomeriggio del 27 giugno direttamente presso il Parco Natura Viva di Bussolengo. Per tutti gli iscritti invece, indipendentemente dal loro risultato e dal numero di corse che hanno deciso di inserire, sarà possibile ricevere via mail un codice sconto per un biglietto d’ingresso. Partecipare alla gara è gratuito, ma l’obiettivo è raccogliere donazioni per aiutare Fondazione A.R.C.A. nelle proprie attività di salvaguardia della biodiversità.

«Con Fondazione A.R.C.A. - spiega il presidente Cesare Avesani Zaborra - abbiamo voluto dotarci di uno strumento no profit che nasce nel 2012 come naturale espansione del lavoro di tutela della biodiversità del Parco Natura Viva. Partecipare a questa challenge permetterà di sostenere le attività di educazione ambientale e di inclusione sociale per le fasce più svantaggiare in tutto il Mondo ma non solo. Aiuterà le reintroduzioni in natura che la pandemia ha giocoforza rallentato e sosterrà i ricercatori impegnati sul campo in favore di specie poco conosciute. Dal progetto Madagascar a quello per la salvaguardia del bisonte europeo, passando per la tutela del leopardo delle nevi, la tecnologia ci permette di coinvolgere un gran numero di persone anche laddove molti degli eventi in presenza ai quali eravamo abituati, ancora non possono riprendere per motivi di sicurezza».

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