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Lavoro a 5 euro lordi l’ora nei Musei Civici, il Comune: «Rendere obbligatorio il ccnl di Federculture»

Dopo la protesta dell'associazione Mi Riconosci, da palazzo Barbieri arriva l'impegno «per strutturare un appello condiviso con le Amministrazioni comunali delle città d’Arte per giungere quanto prima il riconoscimento di quest’obbligo contrattuale»

Rendere obbligatorio in Italia l’applicazione del primo contratto collettivo nazionale di Federculture, specifico per i lavoratori del settore culturale, in modo da riconoscere stipendi dignitosi a questa categoria. La richiesta parte da Verona, più precisamente dagli assessorati al Personale e alla Cultura del Comune scaligero, impegnati nel trovare una soluzione al problema dei lavoratori del servizio di guardiania e accoglienza ai Musei civici, che hanno recentemente protestato per le retribuzioni, con paghe di 5 euro lordi l’ora, «in base al contratto stipulato con la precedente Amministrazione».
Nei giorni scorsi infatti è stata l'associazione Mi Riconosci a denunciare il problema, per il quale è stata una vertenza per circa 50 lavoratori esternalizzati che svolgono servizi di guardiania ai Musei Civici di Verona: l'associazione specifica che tali servizi nel 2020 sono stati appaltati a Le Macchine Celibi, cooperativa che nell'estate scorsa avrebbe modificato unilateralmente la tipologia di contratto ai dipendenti. 

«Non è possibile che pur essendoci un contratto di riferimento, quello di Federculture – sottolinea l’assessore al Personale Michele Bertucco – non vi sia un obbligo di applicazione nei confronti di chi partecipa alle gare per l’appalto del servizio di guardiania e accoglienza ai Musei civici. Per questo le offerte vanno verso il ribasso. Una situazione inaccettabile sulla quale sto lavorando, in collaborazione con l’assessora alla Cultura Marta Ugolini, per strutturare un appello condiviso con le Amministrazioni comunali delle città d’Arte per giungere quanto prima il riconoscimento di quest’obbligo contrattuale. Una soluzione che da una parte innalzerebbe il costo economico di tale servizio a carico del Comune ma dall’altra riconoscerebbe uno stipendio dignitoso ai lavoratori. Stiamo parlando di uno dei principali biglietti da visita della città, i Musei civici infatti accolgono ogni giorno con il loro personale l’importante flusso turistico, un valore non solo culturale ma anche economico per le città d’Arte come Verona».

SERVIZIO DI GUARDIANIA E ACCOGLIENZA AI MUSEI CIVICI DI VERONA - Sono coinvolti nel servizio una sessantina di lavoratori, oggi collegati alla Cooperativa Le Macchine Celibi, vincitrice fra il 2019/2020, del bando di gara bandito dalla precedente Amministrazione. In quell’occasione, ricordano da palazzo Barbieri, la Cooperativa si sarebbe impegnata ad applicare il contratto Multiservizio che, nel 2021, grazie ad un nuovo accordo fra sindacati e datori di lavoro, è stato incrementato proprio nell’ottica di aumentare il valore stipendiale di queste figure. Invece di applicare il contratto con le nuove condizioni, la Cooperativa avrebbe scelto di passare al contratto Servizi fiduciari, a cui si ricollega la quota di circa 5 euro lordi l’ora.

«Bene la volontà del Comune, che può fare subito due cose»

«L'associazione Mi Riconosci apprende con soddisfazione la volontà manifestata dal Comune di Verona di farsi capofila di un'alleanza di città che chieda l'obbligatorietà per legge del contratto di settore Federculture in tutti gli appalti dei servizi culturali», questa la nota divulgata da Mi Riconosci, dopo le parole giunte da palazzo Barbieri.
«A Verona infatti, non solo per la guardiania dei musei civici, il contratto più diffuso negli appalti comunali "culturali" è il poverissimo Servizi Fiduciari, in odore di incostituzionalità: una situazione non unica in Veneto e ereditata dalle amministrazioni precedenti. L'associazione nota però che il comune scaligero può fare subito due cose. La prima è impegnarsi anche in tribunale a favore dei lavoratori della guardiania in vertenza contro l'azienda, la quale ha imposto unilateralmente un cambio di contratto peggiorativo, cosa non prevista dalle leggi. La seconda è scrivere, da ora in poi, bandi che impediscano il massimo ribasso, attraverso una premialità per le offerte tecniche e un adeguato investimento economico che renda di fatto impossibile l'aggiudicazione a chi offre salari troppo bassi: "oggi" ricordano gli attivisti "esternalizzare con contratti accettabili è una scelta politica, anche costosa per un'amministrazione: ma è una scelta possibile, anche con le leggi vigenti. Diversi, anche se troppo pochi, comuni italiani già lo fanno"».

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