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Metro, rottura tra dirigenza e sindacati. Venerdì 19 aprile sarà sciopero

Sarebbero quattro i punti di frizione tra dirigenza e lavoratori: l'organizzazione del lavoro, il premio variabile, l'orario di lavoro, le ristrutturazioni e la chiusura dei punti vendita

Ha avuto esito negativo il negoziato su contratto integrativo aziendale tra la dirigenza di Metro Italia Cash & Carry e i rappresentanti dei lavoratori. Per questo i sindacati hanno proclamato uno sciopero.

Per la prima volta, dopo decenni di relazioni sindacali strutturate e di contrattazione integrativa, l'attuale dirigenza di Metro non ha voluto sottoscrivere con le organizzazioni sindacali il contratto integrativo aziendale - scrive Nicola Spadavecchia di Filcams Cgil Verona - Un atto grave che si è consumato dopo mesi di trattativa surreale, in cui l'impresa ha esclusivamente ribadito le proprie posizioni in un monologo sordo alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori. A ottobre del resto, il nuovo gruppo dirigente si è permesso, senza neanche aver mai visto un magazzino e, per stessa ammissione dell'impresa, non avendo ancora definito gli obiettivi, di disdettare il contratto integrativo.

Sarebbero quattro i punti di frizione tra dirigenza e lavoratori: l'organizzazione del lavoro, il premio variabile, l'orario di lavoro, le ristrutturazioni e la chiusura dei punti vendita.
Sull'organizzazione del lavoro, l'azienda ha dichiarato che porterà avanti il progetto "Tempo", progetto visto dai sindacati come uno strumento di flessibilizzazione della prestazione lavorativa che introduce e aumenta i turni spezzati. Per la dirigenza "Tempo" andrà avanti anche senza accordo sindacale e le richieste dei dipendenti non sono state accolte.
Sul premio variabile, il disaccordo è sulla volontà di Metro di ridurre questo premio e di escludere dal riconoscimento centinaia di lavoratori che hanno trattamenti incentivanti individuali.
Altre richiesta di Metro è quella di di aumentare le ore di lavoro a 38 ed è inaccettabile per il sindacato, anche perché non è uniforme. A chi lavora meno ore saranno aumentato ma a chi lavora più ore non saranno diminuite.
Infine, i sindacati hanno descritto con il termine «cinismo disumano» il modo con cui l'azienda ha annunciato in questi anni chiusure e licenziamenti.

Per questo le segreterie nazionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale per il prossimo 19 aprile.

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