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Fondazione Arena, Gasdia all'angolo. Le opposizioni: "Sboarina intervenga"

La sovrintendente dell'ente lirico è ai ferri corti sia con i dipendenti che hanno scioperato due volte in un mese e sia con i manager che con le dovrebbero guidare Fondazione Arena

Non è ben chiaro se ce l'abbiano messa o se ci sia finita da sola, ma la sovrintendente della Fondazione Arena Cecilia Gasdia sembra all'angolo. Non ci sono solo i contrasti con i lavoratori dell'ente lirico, che per due volte hanno scioperato durante il festival areniano, facendo ritardare di un'ora la replica della Carmen del 9 agosto e la replica, sempre della Carmen, di ieri 28 agosto. Cecilia Gasdia è ai ferri corti anche con il management di Fondazione Arena, come testimonia la lettera scritta dal direttore generale Gianfranco De Cesaris, dal direttore amministrativo Andrea Delaini e dalla direttrice delle risorse umane Francesca Tartarotti. Scarsa collegialità, questa l'accusa mossa dai tre manager a Cecilia Gasdia, rea dunque di prendere decisioni senza condividerle con i tre direttori. Decisioni che potrebbero mettere anche a rischio la stabilità economica di Fondazione Arena, da poco uscita dal commissariamento.

C'è tensione dunque tra i vertici dell'ente e i dipendenti, ma anche all'interno delle apicalità dell'ente. Tensioni che devono essere sciolte il prima possibile e per questo il consigliere regionale del Partito Democratico Orietta Salemi ha chiesto l'intervento del presidente di Fondazione Arena e sindaco di Verona Federico Sboarina. "Il sindaco ha la responsabilità di garantire che questa situazione venga superata per il bene della Fondazione, per il bene della proposta culturale che questa offre e per il bene della città di Verona di cui l'Arena è simbolo - ha dichiarato Salemi - il sindaco è responsabile di scelte che a suo dire dovevano essere di garanzia rispetto al passato e ha la responsabilità di far funzionare la macchina gestionale da cui dipendono il lavoro di tante persone, la qualità dell'offerta culturale della prima Fondazione lirica del Veneto e non ultimo, la costruzione di un futuro dopo questi anni di incertezza e crisi".

Oltre che con un consigliere regionale, il PD di Verona è intervenuto anche con i suoi consiglieri comunali e con il segretario cittadino Luigi Ugoli.

Gasdia e i tre suoi più stretti manager non hanno saputo fare squadra e il livello dello scontro in atto lascia ben pochi dubbi sulla inopportunità di prolungare ulteriormente questa agonia dannosa per il rilancio della Fondazione Arena - scrive Ugoli insieme a Carla Padovani, Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani - Già si mettono le mani avanti sulla possibilità che l'equilibrio economico non venga raggiunto. In gioco, lo si è capito benissimo, c’è la fine dei tagli degli stipendi ai dipendenti della Fondazione, l'unica misura concreta, assieme alla Legge Bray, che finora ha sostenuto il salvataggio della Fondazione Arena. Chiediamo dunque che il sindaco venga a riferire sulla situazione dei vertici operativi della Fondazione e su come si intende affrontare la fine della riduzione degli stipendi dei lavoratori. Serve al più presto una proposta di piano industriale su cui confrontarsi. Questa volta partendo però dal presupposto che i lavoratori hanno già dato.

Per il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, i vertici di Fondazione Arena sono "divisi su come gestire i contratti dei precari e gli stipendi dei dipendenti fissi che dall'anno prossimo costeranno 2,4 milioni di euro in più, arrivando a scadenza il sacrificio chiesto ai lavoratori dal piano di salvataggio con la rinuncia di due mesi di stipendio", il tutto nel più totale "silenzio del sindaco di Verona che della Fondazione Arena è il presidente e che ha avuto un ruolo determinante nel scegliere sia la sovrintendente che l'attuale dirigenza". Bertucco chiede che la crisi dell'ente non venga più pagata dai lavoratori ma che siano i dirigenti "a dare il buon esempio, adeguando i propri stipendi alla situazione economica e compiendo la scelta di sganciare alcune zavorre come Amo e Arena Extra".

Di una "Fondazione Arena allo sfascio", parla infine il consigliere comunale tosiano Alberto Bozza.

Le promesse di Sboarina sono clamorosamente naufragate dopo soli due mesi - scrive Bozza - Il grande rilancio e l'annunciato trionfo stanno lasciando posto al rullo di tamburi che annuncia l'ormai grande tonfo della Fondazione. L'imbarazzo credo ormai abbia raggiunto livelli tali che implicherebbero quanto meno un gesto di dignità da parte di qualcuno per il bene di Verona.

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