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Fondazione Arena, premio di risultato ai dipendenti. Cgil: «Ma stipendi sono bassi»

Il riconoscimento economico potrà andare da un minimo di 300 a un massimo di 1.100 euro lordi e i dipendenti lo vedranno solo dalla prossima primavera. Ancora in stato di agitazioni i lavoratori "a prestazione"

Fondazione Arena di Verona e organizzazioni sindacali hanno sottoscritto ieri, 5 settembre, l'accordo per riconoscere a tutti i dipendenti un premio di risultato per il festival in corso. Per Slc Cgil Verona, però, il problema dei salari bassi rimane e, dopo lo sciopero durante l'Aida di domenica scorsa, non si interrompe lo stato di agitazione dei lavoratori "a prestazione".

Nessuna novità, dunque, per le comparse, per il personale di sala e di retropalco e per le addette alla vestizione, che avevano organizzato un presidio davanti all'Arena prima della penultima rappresentazione dell'Aida. Ma intanto, con l'intesa firmata ieri, tutti i dipendenti di Fondazione Arena, sia stabili che stagionali, potranno godere di un premio per il lavoro svolto quest'estate. Il premio non sarà uguale per tutti e potrà andare da un minimo di 300 ad un massimo di 1.100 euro lordi e sarà erogato solo dopo il via libera di Corte dei Conti, Mef e Mif e dopo l'approvazione del bilancio consuntivo del 2023. Quindi, i lavoratori si vedranno assegnare il riconoscimento in denaro solo nella prossima primavera. Un riconoscimento che riguarda solo l'anno 2023 e quindi è da considerare come un una tantum, senza la garanzia che ci sia anche nei prossimi anni.

«La sottoscrizione del premio di risultato da un lato rappresenta sicuramente un raggio di sole ed è bene che venga riconosciuta la professionalità a tutti i dipendenti - ha commentato Mario Lumastro, coordinatore di Slc Cgil Verona - Dall'altro lato però rappresenta una manovra che lascia intatti tutti i problemi salariali evidenziati negli ultimi tempi e che necessitano di essere affrontati con urgenza».
Infatti, gli stipendi dei lavoratori non cambiano. «Sono identici a quelli ;di circa venti anni fa - ha aggiunto Lumastro - perché il contratto collettivo nazionale di lavoro e gli accordi aziendali del personale a "prestazione" risalgono ai primi anni 2000. E in questo momento in Fondazione Arena non c’è alcuna trattativa che riguardi la revisione strutturale dei trattamenti economici di tutto il personale, compreso quello a prestazione».

L'auspicio espresso da Lumastro è che «i buoni risultati economici che si stanno registrando nel corso di questo festival inducano Fondazione Arena a rivedere alcune politiche salariali, magari già a partire dal festival del 2024, perché la carenza del personale e le ultime mobilitazioni trovano radici nei livelli decisamente troppo bassi».

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