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Pandemia, ripresa economica e rigenerazione urbanistica. Sboarina: «Tre sfide del 2021, tante novità dal 2022»

Il bilancio tracciato dal sindaco di Verona per il 2021 e le promesse per i prossimi anni. Critiche da Bertucco: «Che ne è del filobus e del nuovo stadio?»

La pandemia e la gestione dell’emergenza sanitaria hanno segnato anche il 2021, ma a Verona non c'è stato solo quello. In parallelo, il Comune ha lavorato su altre due partite vitali: il rilancio complessivo della città e la chiusura positiva di questioni ferme da anni. È quanto è emerso nel corso della conferenza stampa di fine anno tenutasi ieri, nella quale il sindaco Federico Sboarina ha spiegato che l'anno che sta volgendo al termine ha visto la «ripresa del turismo e dei grandi eventi», con «numeri di visitatori pre Covid», che sono stati frutto di «scelte coraggiose e investimenti». Ma il 2021, secondo l'attuale primo cittadino di Verona, è stato anche «risolutivo per tante questioni in sospeso che la città si trascinava da decenni, come alcune partite economiche e urbanistiche».

Conferenza di fine anno per il sindaco Sboarina e la giunta: «Il 2021 ancora segnato dalla pandemia»

Tutto questo ha confermato Verona nella top ten delle città italiane per qualità della vita. Una qualità che si misura a partire dalla vivibilità dei quartieri, per i quali in parallelo sono stati avviati e rivendicati dall'amministrazione comunale diversi «importanti progetti» ed effettuati «investimenti per una rigenerazione complessiva del territorio». Le azioni concrete di quest’anno, spiega quindi una nota di palazzo Barbieri, «porteranno nel 2022 a concludere o avviare decine di progetti e opere già in cantiere o che stanno per partire».

Il sindaco Federico Sboarina, durante la tradizionale conferenza di fine anno con la stampa, ha dichiarato: «Ciò che è stato fatto nel 2021 aggiunge pilastri concreti all'azione amministrativa avviata nel 2017. Si sono concluse o avviate molte partite fondamentali, economiche e urbanistiche, coerenti con la visione generale della città dei prossimi dieci anni, che sarà rigenerata e ancora più internazionale. Per superare una situazione emergenziale senza paragoni come è il Covid, abbiamo spinto sull'acceleratore per il rilancio complessivo del territorio. Ci siamo riusciti. Non abbiamo solo lavorato per tutelare la salute dei veronesi, ma per tornare più vivaci di prima. Lo dicono anche le classifiche, visto che siamo tra le dieci città italiane in cui si vive meglio».

Emergenza sanitaria, lotta al contagio e aiuti 

Nel 2021, sono proseguiti gli interventi per far fronte alle problematiche collegate alla pandemia. Tra questi, in primis, il supporto alla campagna vaccinale, con l’efficienza dei servizi nell’hub in Fiera e a sostegno degli ultraottantenni con la consegna a casa di oltre 6.300 lettere: «La pandemia nel 2021 - ha detto il sindaco Sboarina - è stata soprattutto due cose: campagna vaccinale e mille azioni a sostegno della ripresa. Con il motto 'nessuno deve restare indietro' abbiamo destinato gli oltre 21 milioni dell’avanzo disponibile del 2020 alle varie necessità delle categorie più fragili o più colpite. Risorse destinate, in particolar modo, al sostegno delle famiglie per complessivi 6 milioni di euro, e al rilancio delle imprese e del tessuto economico e culturale cittadino. Tante risorse che, invece, di essere destinate a pioggia, sono state distribuite in maniera mirata. Oltre ai soldi stanziati, il sostegno è andato anche sotto forma di gratuità o dilazione di pagamenti per non affossare le realtà che erano in ripresa. Senza contare che, le ordinanze emanate dal Comune di Verona sono state un riferimento per altri Comuni, che le hanno utilizzate per uguali interventi nei loro territori di competenza».

Rilancio economia, partendo dal turismo

«Far ripartire Verona, dopo che era stata piegata dal Covid nel 2020, significava soprattutto far ripartire la macchina del turismo, che è il principale volano economico della città - aggiunge Sboarina -. Sono stati realizzati progetti unici e straordinari nel panorama nazionale, che hanno ricollocato Verona, nella fase delle ripresa, fra i gradini più alti delle città d’arte. Fra questi: l’anfiteatro scaligero, unico teatro all’aperto in Italia con 6 mila spettatori a sera; investimenti per animare la città tutta l'estate come Teatro Spritz e Murafestival, non solo in centro ma anche nei quartieri. Grandi eventi sportivi come il Giro d'Italia e la Champions League di Volley, ma anche culturali con Verona che è stata il palcoscenico di alcuni degli importanti appuntamenti realizzati a livello nazionale in occasione del Centenario dantesco. E poi i numerosi set cinematografici a cielo aperto, con la realizzazione di produzioni internazionali di rilievo come la serie televisiva Love in The Villa, l'ultimo film di Salvatores o lo shooting per il lancio del film West side Story di Spielberg. L'effetto di tutto questo è stato che i flussi 2021 sono tornati ai livelli pre Covid».

Rilancio dell'economia

«Gli asset strategici che rendono grande la nostra città sono Veronafiere, - ha chiarito il primo cittadino Federico Sboarina - aeroporto, Arena e le partecipate comunali, che contribuiscono in maniera significativa ad un bilancio consolidato di diversi miliardi. Nel 2021, in parallelo alla lotta al Covid, abbiamo inciso su ognuna di queste voci. Lo abbiamo fatto con investimenti, razionalizzazioni e tanto lavoro, che ha permesso di mettere in cassaforte il nostro patrimonio cittadino. Le aziende partecipate sono il braccio operativo del Comune in termini di servizi, ma anche dal punto di vista economico. Il bilancio consolidato del Comune di Verona, la più grande azienda provinciale per fatturato e numero di dipendenti, attesta che l’efficienza di un territorio è determinata anche dalla forza delle aziende partecipate. Enti che fanno ricadere somme importanti per garantire e innalzare la qualità dei servizi resi alla città e ai cittadini. Nel 2021 abbiamo messo mano a tutto quello che non era mai stato toccato negli ultimi decenni, o che qualcuno aveva provato a fare senza riuscirci. In primis la fusione Agsm-Aim, poi ancora lo stop al project financing di Amia, la vendita sia dell’Immobiliare Magazzini Generali che delle quote di Veronamercato. Ma anche l' aumento di capitale di 12 milioni per Veronafiere, tra le prime a ripartire con gli eventi fieristici in Italia con il primo evento in presenza del Motorbike; dell’Aeroporto Catullo per altri 3 milioni, con l'inizio dei lavori allo scalo. Ma è stato anche l’anno della messa in sicurezza di Fondazione Arena, con un bilancio chiuso in utile nonostante il teatro a capienza ridotta, dopo averla trovata nel 2017 sull’orlo della liquidazione coatta».

Rigenerazione urbanistica, la Verona che cambia

«Mentre pensavamo alla rinascita economia, non ci siamo dimenticati dei veronesi e della qualità della vita nei quartieri. Dalla massiccia operazione di rigenerazione urbana, che leverà le zone degradate e dismesse, passa il miglioramento diffuso e che cambia il volto di Verona nei prossimi vent'anni. La Variante 29 è la madre della trasformazione urbana che è già partita – ha detto il sindaco Sboarina -. Nuovi edifici ecosostenibili in sintonia con il contesto urbano e con servizi moderni per tutti i quartieri, questo è già partito o sta partendo. L’ex Arsenale è impachettato grazie all’avvio dei cantieri, i lavori procedono spediti all’ex Manifattura Tabacchi, a breve inizieranno quelli alle ex officine Safem, nei prossimi mesi sarà definito l’accordo di programma tra Comune, Ferrovie dello Stato e Regione per il Central Park. Quasi impossibile elencare tutti gli interventi fatti quest’anno, alcuni sono opere che si attendevano da decenni, come la messa in sicurezza di Ponte Nuovo, il restauro dell’Arena e di Porta Nuova, la realizzazione di nuove piste ciclabili, la rinnovata illuminazione pubblica con il project di Agsm Lighiting, la ristrutturazione del palazzetto sportivo Le Grazie, i lavori nelle scuole, la valorizzazione delle mura cittadine, l’adozione del nuovo regolamento del verde e la revisione di quello degli animali. Per i prossimi quindici anni, come riportato da Confindustria e Ance, a Verona sono previsti investimenti per 26 miliardi di euro».

Cosa vedremo realizzato nel 2022

«Della molta carne messa al fuoco, - ha precisato il sindaco Sboarina - tanti interventi cominceranno a vedersi nelle prossime settimane e nel corso del 2022. A gennaio avremo il progetto definitivo della Variante alla statale 12 e arriverà in Consiglio comunale la riqualificazione dell’ex Safem che riguarda la prima parte dello Scalo Merci lungo viale Piave. A gennaio partirà la nuova illuminazione di tutto corso Porta Nuova, sia sulla parte carrabile che pedonale, oggi diventato buio per la crescita degli alberi. A febbraio ci sarà la ratifica dell’accordo in Regione per l’ex Tabacchi e l’inaugurazione del palazzetto Le Grazie a Borgo Roma. Tra marzo e aprile termineranno i lavori al casello di Verona Nord, e in Consiglio ci sarà l'approvazione della Variante 29. Tra aprile e maggio inizieranno i cantieri a Palazzo Bocca Trezza, una riqualificazione ad uso sociale e che il quartiere di Veronetta attende da anni e che rientra nel Bando Periferie. A maggio arriverà la Vas della Marangona e il progetto andrà in Consiglio, 1 milione e mezzo di metri quadri di area logistica, una delle chiavi di volta per lo sviluppo economico della nostra città. E poi il Central Park. Tra gennaio e giugno verrà sottoscritto il contratto con il soggetto che si è aggiudicato la manifestazione di interesse e verrà definito l’accordo di programma con il Comune e la Regione. Il 2022 sarà anche l’anno del Pnrr e delle risorse europee, un’occasione importante pur con non pochi ostacoli, alla quale stiamo lavorando tutti insieme. Servono ingenti somme e tecnici per chiudere le grandi progettazioni e accedere così ai finanziamenti, un ostacolo non di poco conto per tutte le Amministrazioni pubbliche. Infine, chiudo guardando al futuro, ci siamo aggiudicati non solo la cerimonia conclusiva delle Olimpiadi 2026, ma anche quella di apertura delle Paraolimpiadi 2026. Un’occasione irripetibile per intervenire all’interno dell’Arena e negli spazi pubblici della città per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Vogliamo ridisegnare Verona, - ha concluso il sindaco Sboarina - affinché sia per tutti. Una città molto diversa da quella che abbiamo ereditato».

Dall'opposizione le critiche di Bertucco

All'esito del discorso di fine anno da parte del sindaco Sboarina, non sono mancate alcune critiche. A prendere l'iniziativa è stato il consigliere comunale di minoranza Michele Bertucco, il quale in una nota ha punzecchiato l'attuale primo cittadino di Verona: «Da un sindaco a fine mandato sarebbe lecito aspettarsi di sapere a che punto sia il filobus, opera che la città aspetta da 30 anni, ma questo argomento è stato sfiorato dal Sindaco soltanto a margine della sua conferenza stampa di fine anno. Così come per quanto riguarda il nuovo Stadio. Stadio e filobus sono le uniche due opere sulle quali Sboarina si era esposto in prima persona. Ma arriva alla fine del mandato con un pugno di mosche in mano, zero risultati concreti per la città».

Sempre secondo il consigliere di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, il sindaco Sboarina «sopravvaluta il ruolo che lui e la sua amministrazione hanno giocato nella gestione della crisi pandemica e nella successiva azione di rilancio economico durante cui si sono più spesso limitati a leggere le istruzioni dei vari Dpcm e dei relativi soldi che arrivavano da Roma come nel caso della distribuzione dei buoni pasto, dell’applicazione dei super-plateatici e dello sblocco di parte dell’avanzo di bilancio». Oltre a ciò, evidenzia ancora Michele Bertucco, «l’aumento di capitale per Fiera e Aeroporto non erano azioni facoltative ma dovute, obbligate e i due enti devono ancora dimostrare di essere fuori dalla crisi». Anche in merito all’equilibrio dei conti della Fondazione Arena, sostiene Michele Bertucco, «la differenza non l’ha fatta la deroga dei 6 mila posti, che sarebbe stata riconosciuta in ogni caso, ma l’erogazione del Fus a babbo morto per ben due anni di fila».

Per quanto riguarda poi il fronte urbanistico, il consigliere Michele Bertucco evidenzia come a suo avviso il sindaco Sboarina sarebbe «costretto anche quest’anno a vendersi idee e progetti non suoi», citando in merito l’«ex manifattura tabacchi», l’«ex Safem» ed anche la stessa «Variante 29», nei cui confronti secondo Bertucco «la sua amministrazione ha fatto soltanto da notaio rispetto alle scelte urbanistiche dei privati, i quali giustamente hanno curato i propri interessi e non quelli della collettività». Infine, ultimo appunto sul progetto del Central Park, in riferimento al quale Bertucco ritiene che il sindaco avrebbe «promesso mari e monti ma alla fine il parco sarà delle dimensioni previste dal Piano d’area Quadrante Europa del 2005: il 50% dell’area».

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