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Sicurezza di comunità, giovani e integrazione: il questore Massucci in Consiglio comunale

Il questore è intervenuto su invito del sindaco Tommasi, che nella seduta di giovedì ha ricordato il professor Bassi, recentemente scomparso. I lavori sono poi proseguiti con l'approvazione della delibera relativa all'intervento nell'area delle ex fonderie Biasi

Giovedì a palazzo Barbieri si è tenuta la seduta del Consiglio comunale di Verona, che per la prima volta ha visto l'intervento del questore di Verona, Roberto Massucci, invitato dal sindaco Damiano Tommasi. 
Ad inizio seduta il Consiglio ha voluto omaggiare la memoria del consigliere della Lista Damiano Tommasi, il professor Claudio Bassi, venuto a mancare nella notte di lunedì 10 luglio. Un minuto di silezio è stato dedicato al ricordo del direttore della chirurgia del pancreas di Verona, cui sono seguite le parole del primo cittadino. 

Ricordo in aula del professor Claudio Bassi

«Non è facile descrivere in poche parole quello che Claudio ha rappresentato nel percorso che mi ha portato a diventare sindaco e nella breve ma intensa conoscenza che ci ha legato. È stata una persona che non si poteva non notare: ha dato la vita agli altri. Abbiamo oggi in aula sul suo banco il fiore viola, che rappresenta il colore del tumore al Pancreas, una terribile malattia a cui ha dedicato l’impegno di una vita. Chi ha avuto la fortuna di incontrarlo sulla sua strada ha conosciuto un uomo di un’intensità, profondità e cuore che non moriranno mai. La sua esperienza anche in quest’aula, in mezzo a noi e ai gruppi di tanti giovani che ha frequentato è un esempio per tutti, che ci porteremo dentro per sempre. La sua storia professionale conclusa dentro quest’aula è stato un esempio anche per noi di impegno civile, di sapersi mettere in gioco, di esserci, di voler fare qualcosa per la sua amata Verona, e sono convinto che abbia fatto molto più di quello che pensava di aver realizzato. Claudio è dentro ognuno di noi».

Le parole del questore

Attenzione ai giovani, all'integrazione, coesione istituzionale, ma anche disponibilità, professionalità e metodo. Sono i concetti cui attorno ruota il discorso del questore Massucci, che si è così presentato ai componenti del Consigli. 

«Il mio saluto oggi in quest’aula è motivo di grande orgoglio – ha dichiarato il questore Roberto Massucci –. Penso che poter partecipare ad uno dei momenti più importanti di democrazia, di condivisione, di discussione e di approfondimento sulla realtà locale sia veramente importante e apprezzo tantissimo la sensibilità di chi ha voluto invitarmi. Un momento di amicizia istituzionale che mi consente di presentarmi a tutti. Eccomi, sono un poliziotto che svolge le funzioni di questore di questa Provincia, non una delle tante per me, ma quella dove ho iniziato la mia carriera e dove ho vissuto momenti difficili e fortemente emozionanti nel mio percorso professionale, che ritrovo straordinariamente cresciuta e mi rendo conto ha bisogno di tutti, in primis delle istituzioni dello Stato affinché possa confrontarsi con se stessa e scoprirsi domani migliore di oggi.
Il confronto con se stessa per una comunità è fondamentale, spesso leggiamo di classifiche che vengono fatte a livello nazionale, che per me hanno però un senso relativo, perché la mia esperienza mi porta a concludere che ogni comunità ha le proprie caratteristiche e desideri che si esprimono in un certo modo e il suo miglioramento deve confrontarlo solo con se stessa.
Oggi mi metto a disposizione della comunità attraverso coloro che sono stati eletti per rappresentarla, consapevole che c’è una profonda differenza fra la funzione che io svolgo e la vostra. Io sono nominato e voi siete eletti. Nel mio caso non hanno deciso i cittadini che io sia il Questore della provincia di Verona, nel vostro caso sì. Per me quindi è innanzitutto il momento per dirvi che sono al vostro fianco, di chi ha responsabilità di governo, di chi ha responsabilità di tipo consigliare o di sostegno o di opposizione. Non faccio alcuna distinzione, sono a disposizione e credo che le persone che sono state scelte per rappresentare gli interessi di una comunità meritino, indistintamente, un assoluto livello di attenzione da parte di chi invece è nominato a rappresentare una istituzione dello Stato. Le mie porte sono aperte a progetti, idee e collaborazioni di chiunque abbia voglia di farle.
Ovviamente la mia competenza è quella di cercare di mettere in campo iniziative che vadano nella direzione di migliorare le condizioni di sicurezza di questa comunità. Una sicurezza che mi è stata affidata dal punto di vista tecnico in quanto Comitato provinciale di pubblica sicurezza.
Credo fortemente che quando si parla di sicurezza e quando qualcuno è realmente esperto di sicurezza, la prima cosa sia quella di evitare di fare proclami. Sui proclami ci si fa soltanto del male.
Quando si parla di sicurezza in una prospettiva moderna e in una chiave progettuale si deve innanzitutto guardare al metodo. Sto mettendo in campo, nel modo più veloce possibile, le mie idee che poi si arricchiscono giorno per giorno e si rivolgono principalmente su tre fronti.
Per prima cosa guardare alla Questura di Verona, sia nel suo assetto organizzativo che nel suo assetto di professionalità, che non deve essere disgiunta dalla cortesia e rigore.
Il secondo aspetto sono i giovani, che sono molto più straordinari di quello che noi adulti a volte vogliamo far passare. Il lavoro su di loro è fondamentale, perchè quando sono coinvolti, valorizzati, ascoltati, compresi, sono resi protagonisti di momenti di comunità danno delle risposte straordinarie e inevitabilmente il contesto di comunità migliora. È ovvio che questo va portato avanti nel rispetto delle regole, nel valore delle conseguenze. Perché la paura delle conseguenze è un sentimento che non è del vigliacco ma del coraggioso che sa di doversi impegnare e andare oltre. È un atto di civiltà giuridica di chiunque pensa ad un atto normativo e sceglie di rispettarlo. Noi dobbiamo incidere sui comportamenti. La via maestra dal mio punto di vista è quella di correggere i comportamenti prima che vengano compiuti, ma la norma di salvaguardia della paura di conseguenza va però certamente curata.
Altro punto di riflessione importante deve riguardare l’altro fenomeno delle persone provenienti da altri paesi. Le comunità straniere incontrate esprimono spesso un grande desiderio di regolarità e anche la voglia di essere a disposizione, per mettere in campo una collaborazione culturale che deve mirare ad intercettare quelle persone che ad un certo punto si trovano davanti alla scelta di andare nel baratro o di intraprendere un percorso nella legalità. Il grande successo è quando anche una sola persona viene recuperata.
La coesione istituzionale, infine, smentisce l’idea che la sicurezza sia una questione demandata in maniera quasi esclusiva alle forze di polizia. Non c’è una sicurezza di polizia in uno stato democratico ma c’è una sicurezza di comunità, che si ottiene attraverso una progettualità condivisa in cui le azioni convergono sulla stessa idea e vanno a modificare strutturalmente e culturalmente quelle che sono le devianze del territorio. Questo è il vero obiettivo di un progetto sicurezza. Questo è il metodo».

Delibera Approvata 

I lavori sono poi proseguiti e hanno visto l'approvazione all'unanimità, con 19 voti favorevoli, dello schema di convenzione per l'intervento promosso da Kryalos SGR SPA, relativo all'adeguamento delle opere di urbanizzazioni a servizio di un complesso produttivo per attività logistica da realizzarsi nella vasta area delle ex fonderie Biasi in via delle Trincee, nella zona industriale tra Cadidavid e via Vigasio. Il documento è stato illustrato in aula dalla vicesindaca e assessora alla Pianificazione Urbanistica Barbara Bissoli.

«L'intervento complessivo, che interessa per lo più un'area già edificata – ha spiegato la vicesindaca Barbara Bissoli – utilizza la capacità edificatoria prevista dal Piano degli Interventi senza alcun aumento. La prima fase di tale intervento è caratterizzata dalla demolizione degli edifici esistenti e dalla ricostruzione di un magazzino per logistica con annessi uffici, denominato Edificio A, con Superficie Utile Lorda di circa 40.000 mq, già stata realizzata tramite SCIA presentata nel 2020.
Con istanza presentata l'8 giugno 2021, KRYALOS SGR ha richiesto il titolo edilizio per la realizzazione della seconda parte dell'intervento, fatta oggetto nei mesi scorsi di proficuo confronto tra l'Amministrazione e il soggetto attuatore. Grazie anche al contributo propositivo della Direzione SUAP/SUP, è stata individuata una soluzione articolata in due ulteriori fasi (seconda e terza fase dell'intervento) che contempera gli interessi in gioco, ponendo particolare attenzione alla sostenibilità dell'intervento complessivo in rapporto alla vivibilità del quartiere da troppo tempo sfornito di adeguate infrastrutture viabilistiche e delle necessarie infrastrutture verdi volte a mediare la storica convivenza di funzioni urbanistiche oggettivamente poco conciliabili».

La seconda parte dell'intervento, oggetto della deliberazione consiliare di giovedì, con la quale è stato proposto di approvare la convenzione per l'adeguamento delle opere di urbanizzazioni a servizio dell'intero, si compone di due fasi: la realizzazione di un edificio con medesima destinazione logistica di circa 12.000 mq di SUL (denominato Edificio B) e annesse opere di urbanizzazione consistenti nell’adeguamento di tutto l'asse della Strada delle Trincee con realizzazione di pista ciclabile e degli accessi al nuovo insediamento (8.923 mq); di via Gelmetto con realizzazione pista ciclabile (9.250 mq); della sezione di Strada della Ferriera (2.490 mq); della sezione di via Leopoldo Biasi (8.730 mq); e la realizzazione degli spazi a parcheggio pubblico P2 (7.088 mq).

Questa prima fase dell'intervento è anche caratterizzata dall'impegno del soggetto attuatore di piantumare un'area boscata di circa 22.000 mq, da realizzarsi quale cuscinetto a protezione dell'abitato e a compensazione della riduzione della superficie di circa 11.000 mq con vegetazione spontanea presente nell'area degradata dell'Ex Fonderia.

L'accertamento della realizzazione dell'area boscata dovrà avvenire a cura del Servizio forestale della Regione Veneto precedentemente all'ottenimento dell'agibilità dell'Edificio B. Entro sei mesi dal completamento del rimboschimento l'area dovrà essere trasferita al Comune, mentre il soggetto attuatore dovrà proseguire nella manutenzione dell'area boscata per tre anni, periodo indispensabile per garantire 'attecchimento delle piante.

La terza fase dell'intervento riguarda la realizzazione di un ampliamento dell'Edificio A di ulteriori circa 20.000 mq di SUL e il potenziamento delle opere di urbanizzazione stradali con la realizzazione di una rotatoria tra via Gelmetto e Strada delle Trincee con modifica del sedime stradale nell'ultimo tratto di Strada delle Trincee (1.385 mq); di una rotatoria tra via Vigasio, via Gelmetto e Strada di Ca Brusa (1.600 mq); un'ulteriore area boscata compresa tra Strada delle Trincee e via Gelmetto (3.888 mq).

«La proposta di deliberazione riguarda un insediamento, il cui iter è iniziato alcuni anni or sono, che porta con sé aspetti delicati da tenere in considerazione – ha spiegato il consigliere Michele Bresaola, del Partito Democratico –. La viabilità della zona verrà migliorata con la realizzazione di opere pubbliche per un valore di 4,2 milioni di euro tra allargamenti stradali e piste ciclabili, nonché sul verde pubblico quale per il quale è stata garantita la dotazione ai sensi di legge. Rimarco la centralità del Consiglio comunale che per la prima volta si pronuncia su una zona laddove in passato sono proliferati molti magazzini adibiti ad attività logistica senza un conseguente adeguamento della viabilità esistente, carente. Questo è segno di discontinuità rispetto al passato».

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