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Attualità Villafranca di Verona / Via Ospedale Marcello Magalini

«Ulss 9 in sofferenza a causa di una programmazione sanitaria fallimentare»

I comitati degli ospedali di Isola della Scala, San Bonifacio e Villafranca intervengono durante una quarta ondata di coronavirus che ha costretto a ridimensionare reparti, rimandare interventi e posticipare visite specialistiche

Reparti ridimensionati, interventi chirurgici rimandati e visite specialistiche posticipate. E a tutto questo si aggiunge anche un sistema di tracciamento dei contatti che non regge più a causa della rapida diffusione della variante Omicron del coronavirus. Stiamo vivendo la quarta ondata di Covid-19 con ospedali e strutture sanitarie pubbliche dell'Ulss 9 Scaligera sempre in sofferenza, dopo due anni di emergenza.

Un'emergenza che si sarebbe potuta affrontare diversamente, secondo i comitati degli ospedali di Isola della Scala, San Bonifacio e Villafranca, se la programmazione sanitaria regionale non fosse stata «fallimentare». I comitati l'hanno proprio giudicata fallimentare perché «non è riuscita ad attuare quanto previsto dalle schede ospedaliere», in particolare per gli ospedali di comunità e per la medicina del territorio.
«Nonostante il peggioramento della situazione fosse stato ampiamente preannunciato, non si è provveduto con interventi seri e mirati, ma si continua ad intervenire in emergenza e, cosa ancor più grave, a favorire ed implementare la sanità privata - è la critica dei comitati dei tre ospedali veronesi - A farne le spese sono soprattutto gli ospedali e le strutture pubbliche del territorio, con tagli e ridimensionamenti di posti letto e personale. Dal 2020 al 2021 i posti letto nel pubblico sono diminuiti di 185 unità (da 1.072 a 887), mentre nel privato sono aumentati da 1.228 a 1.382 (+154). Inoltre non esiste una giusta ripartizione dei pazienti Covid con le strutture private, per cui gli ospedali pubblici, travolti dall’emergenza Covid, si vedono costretti a chiudere interi reparti e a stravolgere le attività ordinarie e salvavita. La sanità pubblica va tutelata e potenziata con una programmazione regionale seria, mirata e rispettosa delle persone e con interventi socio-sanitari territoriali in grado di rispondere adeguatamente ai numerosissimi bisogni della popolazione».

Le richieste dei comitati sono: «Ripristinare al più presto i poliambulatori purtroppo soppressi negli ultimi anni; implementare i servizi di diagnostica e di medicina di base integrata; realizzare gli ospedali di comunità e i punti di primo intervento h24 previsti nelle schede ospedaliere regionali, e potenziare gli organici di medici e infermieri incentivando e investendo economicamente sulla loro formazione».

Proposte e critiche dei comitati che sono state condivise anche dalla consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon: «Le schede approvate nel 2019 sono rimaste nel cassetto, in gran parte inapplicate. E non dipende soltanto dalla pandemia, la situazione era complicata già prima, ma non si è intervenuti in modo adeguato, favorendo così la sanità privata che continua a crescere e nella lotta al Covid ha finora dato un contributo residuale in termini di posti letto. Ma non c’è solo il Covid, come sosteniamo da troppi mesi: ci sono tante altre patologie, per questo chiediamo di investire veramente sulla sanità territoriale. Le risorse stanziate da Roma e quelle in arrivo dall’Europa sono consistenti: ancora una volta sarà decisivo come verranno spese».

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