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Adige e Garda ancora sotto la media, ma le piogge di maggio li hanno ricaricati

Le precipitazioni del mese scorso in tutto il Veneto sono state superiori del 50% rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Una manna dopo la lunga siccità

Nel mese di maggio è piovuto tanto in Veneto, più del 50% rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Acqua che ha alleviato la forte siccità vissuta nei mesi precedenti e i cui effetti non sono stati ancora compensati in provincia di Verona. Il livello del lago di Garda, ad esempio, è in forte crescita ma è ancora al di sotto rispetto al livello medio mensile. Ed anche la portata del fiume Adige rimane ancora inferiore alle medie storiche. Inoltre, le ripetute precipitazioni hanno attivato dinamiche di ricarica nelle falde venete, ma non in quelle dell'alta pianura veronese.

A riferire questi dati è stata l'Arpav, l'agenzia regionale per l'ambiente del Veneto, che ha pubblicato il Rapporto sulla risorsa idrica e il Bollettino quindicinale aggiornati al mese di maggio 2023. Un mese, quello scorso, dove sono caduti mediamente in Veneto 174 millimetri di pioggia, circa il 52% in più rispetto ai 115 millimetri che rappresentano la media del periodo dal 1994 al 2022. In provincia di Verona sono però cadute le precipitazioni meno abbondanti, con gli esempi di Buttapietra (101 millimetri) e Marano di Valpolicella (102 millimetri), anche se comunque superiori rispetto alle medie mensili.

Queste piogge hanno innalzato il livello di fiumi e laghi. In particolare, il Lago di Garda aveva raggiunto ad aprile il livello più basso dal 1953. Livello che a maggio è cresciuto fortemente, ma che non ha raggiunto la media mensile. La stima è che il lago sia ancora sotto la media di una percentuale compresa tra il 5% e il 25%.
Stesso discorso per l'Adige. Anche visivamente, il fiume è tornato ad essere più carico rispetto ai primi mesi dell'anno, ma il suo deflusso rimane ancora inferiore rispetto la media di un 14%.

Infine, anche le falde acquifere della regione hanno beneficiato delle precipitazioni di maggio e di fine aprile. Chi più chi meno, le falde si sono tutte ricaricate, tranne quella dell'alta pianura veronese. «Data l’elevata inerzia dell’acquifero, i livelli sono stazionari o in lievissimo incremento, con valori ben inferiori ai minimi storici (circa -40 centimetri rispetto al 2019 per Villafranca e -75 centimetri rispetto all’anno scorso per San Massimo)», ha scritto Arpav sul bollettino.

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