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Giovedì, 28 Marzo 2024

Test d'ingresso a medicina: più di mille vorrebbero studiare a Verona, 225 i posti disponibili

Poco meno di 800 i ragazzi che si sono presentati nel capoluogo scaligero per sostenere l'esame di ammissione. Circa tre su quattro saranno coloro che non lo supereranno

Sono stati circa 60mila gli studenti che ieri, 6 settembre, in tutta Italia hanno sostenuto il test per essere ammessi alle facoltà di medicina. Facoltà che anche per il prossimo anno accademico saranno a numero chiuso, a Verona come nel resto del Paese. Più o meno, sarà ammesso uno studente ogni quattro tra quelli hanno sostenuto la prova. Una selezione che molti mettono in discussione, tra cui anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
Sono, infatti, pochi i camici bianchi nelle strutture sanitarie nazionali ed una soluzione proposta per aumentarne la quantità è togliere il numero chiuso nelle facoltà che permettono di formare i dottori di domani. Contro il numero chiuso, ovviamente, molti studenti che ieri hanno svolto il test d'ingresso. E per alcuni di loro, quello di ieri non è stato il primo tentativo.

In tutto, ieri a Verona, erano quasi 800 i ragazzi e le ragazze che hanno risposto ai 60 quesiti dell'esame. Cento minuti il tempo a loro disposizione. Altri studenti non hanno fatto il test a Verona, ma hanno selezionato l'ateneo scaligero come prima preferenza in caso di ammissione. Sono più di mille i giovani che vorrebbero studiare medicina a Verona, ma i posti a disposizione sono 225. Alcuni, quindi, dovranno ripiegare altrove, sempre se saranno riusciti a superare lo sbarramento del test di ieri.

Ma non tutti sono per l'abolizione del numero chiuso. Alcuni studenti (non la maggioranza) hanno avanzato proposte alternative, come aprire le facoltà di medicina a tutti e fare una scrematura al termine del primo anno accademico. Ma la rettrice dell'università di Padova Daniela Mapelli, intervistata per Padova Oggi da Ivan Grozny Compasso (autore anche del video in cui intervista una studentessa che ha sostenuto a Padova il test d'ingresso a medicina), ha spiegato: «Se tutti questi più di tremila candidati dovessero entrare a medicina non avremmo né le aule, né i docenti, né i laboratori e né i luoghi dove far fare a loro il tirocinio. Io penso che la soluzione non sia quella di abolire il numero programmato a medicina ma invece quella di utilizzare termini come programmazione e investimento. Se c'è la necessità di medici oggi, non la risolviamo oggi perché per formare un medico ci vogliono almeno undici anni, tra corso di studio e specializzazione». Una posizione compresa dagli studenti che chiedono infatti investimenti anche nelle università per ampliare strutture e assumere professori, così da poter almeno aumentare il numero degli studenti ammissibili.

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