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Superbonus, apertura del Governo a sblocco dei crediti. Ance Veneto contenta a metà

Il presidente Ghiotti: «Operatività delle nostre aziende sarà ridotta. E lavorando meno, guadagnando meno, sarà sempre più difficile defiscalizzare». Cna: «Il sistema degli incentivi va riordinato»

Sembrano aver fatto breccia nel Governo Meloni le proteste contro il decreto che blocca la cessioni dei crediti e lo sconto in fattura per il Superbonus. Lunedì scorso, 20 febbraio, ministri e sottosegretari si sono incontrati a Palazzo Chigi con i rappresentanti delle banche, delle imprese di costruzione, di Cassa Depositi e Prestiti, Sace ed Agenzia delle Entrate. Durante il vertice, l'esecutivo nazionale ha aperto allo sblocco dei crediti tramite gli F24. Una soluzione che ha soddisfatto solo in parte Paolo Ghiotti, presidente di Ance Veneto, l'associazione dei costruttori edili di Confindustria.

«Confermato che la cartolarizzazione dei crediti è impraticabile per la lunghezza delle procedure e verificata la capienza fiscale degli istituti di credito, i canali bancari sembrano l'unica possibilità per sbloccare velocemente i 15 miliardi paralizzati nei cassetti fiscali delle nostre aziende, che non possono più aspettare - ha sottolineato Ghiotti - Una soluzione, questa, già proposta da Ance e Abi, vista l'incostituzionalità e l'indebitamento pubblico che non ha permesso a Regioni e Camere di Commercio di acquistare i crediti. Possiamo dire di essere contenti a metà, perché l'operatività delle nostre aziende in questo modo sarà ridotta notevolmente. E lavorando meno, guadagnando meno, sarà sempre più difficile defiscalizzare».
Ecco dunque un'ulteriore proposta di Ance Veneto: «Sarebbe necessario aumentare a 10 anni la detrazione dei crediti, prevenendo il rischio quasi scontato che molte aziende li perdano. Bene sarebbe anche l'opportunità di aprire ad aziende consociate, come Enel, Eni, Fri, di assorbirli. Speriamo che la stessa attenzione e celerità usata dal Governo per bloccare il Superbonus sia destinata anche alla ricerca di una soluzione definitiva al problema dei crediti incagliati. La salvezza dei conti dello Stato non può passare attraverso il sacrificio e il fallimento delle nostre aziende, da sempre linfa vitale dell'economia nazionale ed elemento essenziale per il futuro accantieramento del Pnrr».

E lo stesso auspicio è stato espresso dal presidente della federazione degli Ordini degli ingegneri del Veneto Paolo Gasparetto, dopo l'apertura mostrata dal Governo nell'incontro di lunedì. «Si trovino al più presto soluzioni urgenti ed efficaci e che in futuro la voce dei professionisti sia tenuta in adeguata considerazione al momento di fare scelte così determinanti - ha detto Gasparetto - Le proposte sul tavolo sembrano percorribili e ragionevoli. Ora si tratta di passare dalle parole ai fatti. Come professionisti vigileremo affinchè l’iter parlamentare sia il più agile possibile e che le promesse fatte siano mantenute».

Infine, Cna esprime soddisfazione per la possibilità di sfruttare il meccanismo della compensazione gestita con il sistema bancario per sbloccare i crediti incagliati delle imprese. «Ma resta prioritaria - ha aggiunto Cinzia Fabris, presidente Cna Veneto Ovest - l'istituzione di un tavolo permanente per trovare soluzioni efficaci e condivise sul riordino del sistema degli incentivi così da assicurare un volano della crescita e strumenti per realizzare la transizione energetica. Quelle in fase di definizione rimangono norme transitorie per la gestione della parte più emergenziale del problema, che sta piegando le imprese della filiera casa. Sul lungo periodo va studiato un sistema che, pur rispettando parametri di sostenibilità per lo Stato, possa mantenere appetibile l’avvio di nuovi cantieri attraverso un meccanismo incentivante finalmente posto a regime. E in questo senso il meccanismo della cartolarizzazione dei crediti resterà fondamentale».

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