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Speculazioni illecite sulle mascherine e fatture false, finanzieri sequestrano 3 milioni di euro

Nel mirino delle Fiamme Gialle scaligere cinque società operanti tra il Veneto e la Lombardia. Tra i vari illeciti contestati anche quello di aver commercializzato dispositivi di sicurezza con percentuali di ricarico anche del 400%

Nei giorni scorsi, i finanzieri di Verona hanno sequestrato quasi 3 milioni di euro a cinque società operanti tra il Veneto e la Lombardia ed ai relativi rappresentanti legali.

L'indagine è stata condotta dalle Fiamme Gialle scaligere ha avuto inizio dopo il sequestro di un ingente quantitativo di mascherine avvenuto nel 2020, in piena pandemia da Covid-19. I dispositivi di protezione erano stati commercializzati illecitamente da una società operante nel territorio veronese, il cui responsabile è stato denunciato dai finanzieri per manovre speculative. Era stato infatti appurato che le mascherine erano state commercializzate applicando una percentuale di ricarico oscillante tra il 200 e il 400% del costo di acquisto, approfittando dell'elevata domanda legata all'emergenza pandemica.

Da quel sequestro sono proseguite altre investigazioni che avrebbero permesso di scoprire un complesso sistema di evasione fiscale, posto in essere da alcuni imprenditori veneti e lombardi operanti nel settore del commercio dei metalli ferrosi. Gli imprenditori sospettati avrebbero utilizzato fatture false per giustificare costi fittizi per un importo complessivo di circa sette milioni di euro.
Il meccanismo di frode smascherato sarebbe stato incentrato su una società, con sede legale in Ungheria e luogo di esercizio a Cremona. La ditta sarebbe stata completamente sconosciuta al fisco, oltre che priva di struttura aziendale e di potenzialità economiche. Il suo ruolo sarebbe stato quello di emettere di fatture fittizie recanti importi di decine e, talvolta, centinaia di migliaia di euro. Questi documenti sarebbero serviti per simulare vendite di materiali ferrosi. Vendite regolarmente annotate in contabilità e, in apparenza, pagate dalle quattro società clienti, una delle quali con sede nel Veronese. In realtà, tracciando e analizzando minuziosamente le numerose movimentazioni finanziarie intervenute tra i soggetti coinvolti, le Fiamme Gialle avrebbero scoperto che i conti della società con sede legale in Ungheria sarebbero stati svuotati ed il denaro trasferito a società terze, con sede per lo più all'estero, a fronte di approvvigionamenti, a prezzi irrisori, di mascherine. Le stesse mascherine che poi sarebbero state commercializzate senza alcuna remora soprattutto dalla società veronese a prezzi elevatissimi, a discapito dei cittadini.
Oltre alla denuncia dei relativi responsabili per i presunti reati tributari e le manovre speculative, i finanzieri di Verona avrebbero inoltre raccolto prove che avvalorerebbero anche l'accusa di autoriciclaggio.

Di fronte ai risultati raggiunti dagli investigatori, l'autorità giudiziaria ha emesso il provvedimento di sequestro preventivo delle proprietà finanziarie, immobiliari e mobiliari delle società coinvolte nonché del patrimonio dei relativi amministratori per un importo pari al profitto del reato, quantificato in quasi tre milioni di euro. Sono stati quindi bloccati depositi e conti correnti bancari, partecipazioni societarie e sono stati posti i sigilli su alcuni immobili e autovetture intestati ai destinatari del provvedimento cautelare.

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