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Salute mentale, a Nogara presenza unica di servizi territoriali e ospedalieri

Durante la presentazione del centro diurno Il Girasole, è stato evidenziato un particolare sistema che comprende anche il servizio psichiatrico di diagnosi e cura e della Rems regionale

Presentati ieri, 9 febbraio, a Nogara i servizi del centro diurno Il Girasole. Un'occasione, come evidenziato dal sindaco Flavio Pasini, «per promuovere i servizi socio-sanitari del territorio e del distretto dell'Ulss 9 Scaligera nell'area della salute mentale, che hanno sempre mantenuto la propria attività anche durante i momenti più difficili della pandemia».

«Viviamo un momento molto difficile, ma stiamo facendo un enorme sforzo per continuare nella nostra programmazione - ha spiegato il dottor Raffaele Grottola, direttore servizi socio-sanitari dell'Ulss - Vorrei sottolineare l'impegno totale dei dirigenti e di tutto il personale medico e sanitario, rappresentato dai direttori dell'unità di Psichiatria 3 Stefano Roccato, della Rems Gianfranco Rivellini, e dalla collega del centro diurno Elena Crestan».
Grottola ha anche sottolineato «l'impegno del direttore generale Pietro Girardi per attivare tutte le procedure necessarie per l'affidamento dei lavori della Rems di Nogara, con l'attivazione di ulteriori procedure per la barchessa, sottoposta a vincolo architettonico da parte della Sovrintendenza. L'area della salute mentale è costituita da un'importante parte ospedaliera, il servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc), seguito dalla direzione sanitaria, e da un'anima territoriale che ruota intorno al Centro di Salute Mentale, dove ricade anche l’attività diurna. Non c’è altro reparto ospedaliero per acuti che abbia anche i servizi territoriali e, se a questo uniamo la Rems regionale, vediamo come il sistema di Nogara sia davvero un unicum».

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La dottoressa Crestan, responsabile de Il Girasole, ha spiegato come il centro diurno sia nato «per riabilitare i pazienti psichiatrici in un momento di disagio, con attività singole o di gruppo. Il centro serve a riportare la persona alla normalità, cercando di evitare un nuovo ingresso nel Spdc, attraverso attività di riabilitazione cognitiva e manuale. I pazienti, dai 18 ai 65 anni, entrano su suggerimento dello psichiatra o del medico di medicina generale, in totale riservatezza. Abbiamo operatori ed educatori pronti all’ascolto e siamo sempre coinvolti nella ricerca di un lavoro attivo per i pazienti, in collaborazione con le aziende del territorio».

Il dottor Roccato, direttore di Psichiatria 3, ha evidenziato come quella attuale sia «una fase di trasformazione dei servizi: il periodo di pandemia ci ha dato l’input per modificare il nostro approccio professionale, utilizzando anche la modalità a distanza. Per quanto riguarda i centri diurni siamo in attesa di una riorganizzazione per essere ancora più efficaci nell’intercettare soprattutto i giovani. Ci stiamo attrezzando per modificare l’offerta riabilitativa con interventi di tipo tecnico-scientifico e un tipo di attività risocializzante e occupazionale, per dare risposta a problematiche non strettamente sanitarie».

Il dottor Gianfranco Rivellini ha sottolineato come quella della Rems sia «un'utenza complessa con storie di vita altrettanto complesse. L'Ulss offre questo servizio sulla base di una sentenza del tribunale e pertanto come sanitari dobbiamo rendere conto alla magistratura e al sistema giudiziario. Si tratta di un settore della salute mentale relativamente nuovo, che offre molte prospettive di crescita dal punto dei modelli organizzativi già previsti dalla Regione e necessita di grande collaborazione tra le diverse istituzioni».

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