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La Polizia di Stato festeggia 40 anni dalla legge che nel 1981 l'ha riformata

Con quella trasformazione, il Corpo è stato smilitarizzato ed è diventato la prima forza di polizia civile a competenza generale

Oggi, 1 aprile, la Polizia di Stato celebra i 40 anni dalla promulgazione della legge che l'ha riformata, smilitarizzandola e costituendola come prima forza di polizia civile a competenza generale. Una legge che ha ridisegnato il sistema della pubblica sicurezza italiana.
Il percorso di rinnovamento e di riforma è stato descritto nel libro del prefetto Carlo Mosca, recentemente scomparso. Il volume è intitolato La riforma dell’Amministrazione della pubblica sicurezza e nella prefazione il presidente della Rupubblica Sergio Mattarella scrive che il corpo della Polizia di Stato è oggi riconosciuto dai cittadini «come amico, accessibile e aperto», come «elemento di coesione» dotato di «una empatia democratica guadagnata sul campo anche nei giorni durissimi di questo annus horribilis appena trascorso».

«Il rinnovamento e il rinascimento culturale - ha spiegato Mosca - hanno accreditato una nuova teoria, quella della sicurezza condivisa e partecipata, che ha rideterminato il rapporto tra comunità e forze di polizia, le quali si avvalgono della collaborazione attiva della cittadinanza, come efficace strumento di prevenzione dei reati».
Per i poliziotti, il servizio rappresenta il dovere professionale e morale «da adempiere con disciplina e onore» e si concretizza nell'assidua presenza tra la gente, nell'assunzione del «ruolo di sentinella istituzionale» con il compito di «sorvegliare il sereno andamento della vita di tutti i giorni». Ma la missione a loro affidata non si esaurisce in un compito meramente securitario; ed è proprio questa la visione illuminata dei promotori della legge: incoraggiare una polizia di prossimità, coinvolgendo tutte le forze dislocate sul territorio, garantendo ad ogni cittadino non solo la sicurezza mediante attività di prevenzione e di repressione, ma anche, come conclude Mosca, «acquisendo migliori servizi sociali, elaborando progetti di lavoro e sviluppo economico, programmando interventi a favore delle vittime di violenza di ogni tipo, risanando il degrado urbano e contenendo le aree di emarginazione». In questo modo la polizia è in grado di collocare i cittadini al centro della sua vera missione istituzionale, assicurandole i diritti civili e sociali.
L’impegno dei poliziotti nei territori in cui operano, l’empatia, l’umanità e il dialogo con altri enti sono il segno di un prezioso cammino di impegno e crescita attraverso gli anni. Questo prezioso percorso di innovazione è stato abilmente raccontato da Mosca nei 12 capitoli del libro, ognuno dei quali è arricchito dal contributo di illustri personalità. Tra queste, Franco Gabrielli, che ha ricevuto l’incarico di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi di sicurezza della Repubblica, il quale ha sottolineato la complessità del lungo iter parlamentare che portò alla riforma, la quale «tocca i gangli vitali di una democrazia».

31.03.2021 - Polfer - Dott.ssa Maria Grazia Di Masi-2

E sempre oggi, 1 aprile, la dottoressa Maria Grazia Di Masi si congeda. La vicedirigente della Polizia Ferroviaria di Verona e del Trentino Alto Adige va in pensione.
Dopo gli studi e la formazione, il suo primo incarico è stato alla Scuola Allievi Agenti di Peschiera del Garda. Viene poi trasferita al Centro Addestramento Polizia Ferroviaria di Bologna, dove rimane fino al 1992. Da quell'anno è stata trasferita al Compartimento Polizia Ferroviaria di Verona, dove ha assunto diversi incarichi in ogni settore fino alla promozione nel 2010 nel ruolo dirigenziale della Polizia di Stato, assumendo l'incarico di direttore delle sezioni operative della Polizia Ferroviaria a Verona, Vicenza, Trento e Bolzano.
Alla dottoressa sono stati inviati gli auguri delle colleghe e dei colleghi della Polizia di Stato ed un in bocca al lupo per le sfide future.

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