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Verona non vuole più consumare suolo e ora l'ha messo nero su bianco

Con la variante al Piano di Assetto del Territorio (Pat) approvata dalla giunta comunale è stato sancito che i 94,91 ettari potenzialmente edificabili saranno usati solo in presenza di progetti di grande rilevanza pubblica

La quantità di suolo ancora edificabile sul territorio comunale di Verona è di 94,91 ettari, una quantità di terreno che sarà edificata solo in presenza di progetti di grande rilevanza pubblica. Questa la volontà dell'amministrazione comunale, in linea con le disposizioni regionali del 2017 per contenere il consumo di nuovo suolo, e che è stata messa nero su bianco attraverso la variante al Piano di Assetto del Territorio (Pat) approvata dalla giunta.

L'area potenzialmente edificabile a Verona è una riserva di terreno calcolata dalla Regione Veneto, sulla base dei dati urbanistici forniti dal Comune, ed è una superficie massima oltre la quale non è più consentito costruire. Tuttavia l'amministrazione scaligera, a differenza di tutte le altre città capoluogo del Veneto, ha deciso di non pianificare sui 94,91 ettari concessi dalla Regione, allo scopo di ridurre progressivamente il consumo di suolo non ancora urbanizzato. Il suolo edificabile sarà comunque tenuto a disposizione per progetti di grande interesse pubblico.
Una strategia in linea con gli obiettivi dell'Unione Europea, che ha posto come traguardo per il 2050 un incremento dell’occupazione netta di terreno pari a zero. E un netto cambio di rotta per il Comune, che negli ultimi anni non ha certo brillato per risparmio del suolo, tanto che nel 2019 si è collocato al quinto posto nazionale per incremento di suolo annuale netto, con 19,2 ettari di terreno trasformati.

Questo non significa che non si potrà più edificare. I nuovi futuri cantieri si concentrano quindi sulla parte di suolo già costruita e su cui è possibile intervenire con riqualificazioni e progetti di rigenerazione urbana. E con il suo prossimo strumento urbanistico, la Variante 29, l'amministrazione si punta principalmente al recupero delle aree dismesse presenti in tutti i quartieri cittadini, con un occhio di riguardo alle zone maggiormente degradate e per le quali i nuovi processi edificatori rappresentano un'opportunità anche dal punto di vista del tessuto sociale.
E ciò non impedisce ai progetti già approvati di proseguire il proprio iter, così come di prevedere nuove edificazioni nelle zone del Pat in cui è consentito o in deroga ai piani urbanistici presenti nel caso di interventi che lo consentano.

La variante al Pat accoglie anche alcune osservazioni presentate dopo la prima adozione da parte della giunta. In particolare, verranno inseriti i progetti relativi a Villa Pullè al Chievo, alle aree della Campagnetta a Verona Est e delle Acciaierie Verona.

«Con questa variante invertiamo la rotta sul consumo del suolo - ha detto l'assessore Segala - E, a differenza di altre città capoluogo del Veneto, non chiediamo alla Regione di aumentare il parametro stabilito per la quantità massima di nuovo consumo del suolo. Teniamo il valore deciso a livello regionale, pari a 94,91 ettari, come un tesoretto da custodire e preservare, con la possibilità di utilizzarlo laddove si presentasse un'importante opportunità. Verona negli anni passati si è contraddistinta per un consumo esagerato di suolo, trascurando le tante aree già fabbricate ma lasciate in stato di degrado. Per questo abbiamo scelto di non richiedere alla Regione un aumento del consumo di suolo, ma puntare sulla riqualificazione della superfici dismesse. Non ha senso continuare a costruire se c’è tanto di edificato che non viene utilizzato e magari lasciato in stato di degrado. Con la Variante 29 e la campagna dei "vuoti a rendere" stiamo invertendo la direzione di marcia, puntando sulla rigenerazione e riconversione di aree dismesse o degradate, coinvolgendo anche i cittadini e i principali portatori di interesse. La modifica al Pat ci permette di cristallizzare le aree dove è possibile edificare o meno. Andiamo avanti in questa direzione, consapevoli che gli effetti e i benefici di queste scelte di vedranno tra qualche anno».

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