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Pfizer rallenta consegna dei vaccini anti-Covid, Zaia: «Vergognoso»

Il presidente del Veneto se l'è presa per il taglio del 53% della fornitura. «Se la riduzione sarà confermata anche per la prossima settimana, non riusciremo più neanche a fare i richiami»

Oggi, 18 gennaio, il presidente della Regione Luca Zaia ha tenuto un nuovo aggiornamento sull'emergenza Covid-19 in Veneto, sempre dalla sede della protezione civile regionale, a Marghera. Con lui anche l'assessore regionale della sanità Manuela Lanzarin.
Dopo la lettura del bollettino delle 8 di questa mattina, Zaia ha toccato due argomenti: vaccini e scuole.

Sul vaccino anti-Covid, Zaia ha esordito così: «È vergognoso quello che sta accadendo». Il presidente del Veneto si è riferito alla riduzione del numero di dosi che saranno consegnate all'Italia da Pfizer, l'azienda che ha prodotto il primo vaccino utilizzato nel nostro Paese. In questa settimana, la fornitura di dosi che riceverà il Veneto sarà inferiore del 53% rispetto a quella concordata. «Noi abbiamo tutto pianificato, con appuntamenti già stabiliti, ed è vergognosa questa sospensione delle forniture - ha aggiunto Zaia - Un taglio che non è uniforme in tutta Italia, perché ci sono regioni che non avranno alcuna riduzione, mentre noi siamo tra quei territori letteralmente azzoppati. Questa settimana, con qualche accorgimento, potremmo riuscire ad attutire questo grave danno che ci è stato fatto, ma stiamo parlando solo di richiami. Significa che la campagna vaccinale è sospesa. E se la prossima settimana non arriva la fornitura programmata, non riusciremo più neanche a star dietro ai richiami. Io vorrei capire in base a quale principio ci è stata tagliata la fornitura e spero che a livello nazionale si prendano le vie legali per questa vicenda. E vorrei anche sapere se anche in altri Paesi c'è stata la stessa riduzione. Noi comunque stiamo pensando di tutelarci e spero che ci sia una distribuzione solidale delle dosi che ci sono».

«Sulla scuola noi non vogliamo far partire una guerra tra poveri», ha dichiarato il presidente del Veneto, cambiando poi argomento. In tutta la regione vige, infatti, ancora l'ordinanza che impone la didattica a distanza a tutti gli studenti delle scuole superiori fino alla fine di gennaio. E contro questa ordinanza si sono scagliati in molti, chiedendo almeno un parziale ritorno alla didattica in presenza. Zaia ha ribadito che la sua volontà è sempre stata quella di riaprire le scuole, ma con la necessaria garanzia di sicurezza per tutti i cittadini. Il presidente del Veneto ha poi letto alcuni passaggi del verbale della riunione del comitato tecnico scientifico (cts) sulla riapertura delle scuole. Nel documento viene riportato che le scuole sembrano essere luoghi relativamente al sicuro dal coronavirus, se si rispettano le regole come quelle di indossare la mascherina, lavarsi le mani e di arieggiare spesso le aule. «Non mi pare che ci siano tutte queste certezze nel verbale del cts - ha commentato Zaia - Il comitato tecnico scientifico dice che è importante che gli studenti ritornino in classe però chiede di valutare le condizioni epidemiologiche dei territori regionali. Non è dunque facile districarsi con un parere del genere». Anche su questo parere si è basata l'ordinanza regionale, contro cui è stato presentato un ricorso. Nel frattempo, questa sera Governo e Regioni si confronteranno proprio sulla riapertura delle scuole ed il presidente del Veneto ha assicurato che si adeguerà alle decisioni prese a livello nazionale, se le condizioni epidemiologiche lo consentiranno.

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