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Covid, Veneto verso la zona gialla. Zaia: «Rt allo 0,71, incidenza al 126,8»

Col nuovo decreto del Governo, ritorna la possibilità di avere meno limitazioni rispetto alla zona arancione e il presidente della Regione ha annunciato buoni dati sull'emergenza coronavirus

Questa mattina, 22 aprile, il presidente della Regione Luca Zaia e l'assessore regionale della sanità Manuela Lanzarin hanno aggiornato i cittadini sull'emergenza Covid in Veneto, partendo dal bollettino delle 8. «I tamponi positivi al coronavirus nelle ultime 24 ore sono stati 1.060, che sono il 2,82% dei 37.641 tamponi effettuati - ha illustrato Zaia - Per fortuna continuiamo a vedere dei segni meno tra i ricoverati per Covid, che sono 1.654, rispetto a ieri 31 in meno. Sono 1.425 in area non critica e 229 in terapia intensiva. E i pazienti Covid di terapia intensiva si sommano ai 268 non Covid».

Il presidente del Veneto ha anche dichiarato di aver prestato due macchinari alla Regione Marche. Si chiamano Ecmo e sono strumenti di sostegno alla respirazione per le terapie intensive. «Lo abbiamo fatto volentieri perché in questo momento possiamo farlo - ha spiegato Zaia - Fosse stato 20 giorni fa avremmo dovuto dire di no».

Luca Zaia ha poi riferito i dati principali usati a livello nazionale per la classificazione del rischio Covid delle Regioni: «Il nostro indice di trasmissibilità del virus (Rt) è 0,71; l'incidenza settimanale è 126,8 casi ogni 100mila abitanti; il tasso di occupazione delle terapie intensive è 22%, quindi inferiore alla soglia critica del 30%; il tasso di occupazione dell'area non critica è 20%, inferiore alla soglia critica del 40%. Dal punto di vista dei parametri, anche la scorsa settimana eravamo da zona gialla. Ma di fatto, col nuovo decreto, noi saremo in zona gialla e quindi meno limitazioni e nuove riaperture».

Il nuovo decreto, dunque, permetterà al Veneto di tornare in zona gialla dalla prossima settimana, ma su questo provvedimento il governatore veneto ha espresso alcune perplessità: «All'interno di un decreto tutto deve avere un senso. Ad esempio, ho sentito il sindaco di Verona lamentarsi perché il coprifuoco alle 22 limita la stagione lirica dell'Arena. E poi le palestre riaprono a giugno, ma da lunedì si possono giocare le partitelle amatoriali. Come Regioni, abbiamo realizzato delle linee guida e spero che il premier Mario Draghi le valuti per effettuare qualche revisione. Ad esempio, sulle scuole noi avevamo proposto una didattica in presenza al 60%, ma è stata alzata al 70% e così ci sballa tutto. E anche il coprifuoco alle 22 non è irrilevante, soprattutto in ottica turistica. Quanti stranieri sceglieranno di venire in Italia, sapendo di non poter uscire dopo le 22? È fondamentale dare un segnale. Noi non vogliamo rinunciare alla stagione turistica».

Infine, l'assessore Lanzarin ha mostrato i dati sulla presenza del coronavirus nelle scuole venete: «Dal 7 gennaio al 22 aprile, sono stati 4.723 eventi in cui è stato registrato almeno un caso di positività a scuola. Gli studenti positivi sono stati 6.281, mentre quelli in isolamento o quarantena sono stati 76.905. I docenti ed operatori positivi al virus sono stati 752 e quelli in isolamento o quarantena sono stati 5.968. Attualmente, ci sono 1.409 studenti e 141 tra docenti e operatori positivi al coronavirus, mentre in quarantena o in isolamento ci sono 16.816 studenti e 1.255 docenti e operatori».

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