Coronavirus, Zaia: «A Verona, Padova e Treviso, ricoveri in crescita»
Il presidente del Veneto ha espresso preoccupazione per un'emergenza Covid che è tornata a peggiorare. «Non sappiamo quanto durerà, ma siamo pronti ad affrontare questa nuova turbolenza»
Accompagnato anche oggi, 8 marzo, dall'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin e dalla dottoressa Francesca Russo, del Servizio di Igiene e Prevenzione della Regione, il presidente del Veneto Luca Zaia ha voluto informare i cittadini sull'andamento dell'emergenza coronavirus.
Il primo aggiornamento è stato comunicato con la lettura dei dati contenuti nel bollettino Covid delle 8 di questa mattina. «Nelle ultime 24 ore abbiamo intercettato 757 nuovi positivi, che rapportati ai 10.260 tamponi effettuati sono 7,38% - ha detto Zaia - Ed il totale dei ricovertati è salito a 1.400. E siamo preoccupati perché i grafici di tre province mostrano una crescita dell'occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid. Una crescita ormai evidente anche nel grafico regionale». Le tre province a cui si è riferito Zaia sono quelle di Padova, Treviso e Verona. Ed il presidente ha mostrato le curve che rendono in modo visivo l'andamento dell'ospedalizzazione dei pazienti Covid in Veneto e nelle tre province citate. Questo è il grafico di Verona:
«Noi quindi non possiamo abbassare la guardia - ha commentato Zaia - Per questo abbiamo deciso di redigere un nuovo piano di sanità pubblica sulla gestione ospedaliera. È un provvedimento prudenziale perché non sappiamo quanto durerà questo incremento dei ricoveri. E quindi, se fosse necessario, torneremo a ridurre alcune attività ospedaliere per concentrare il personale nella cura dei pazienti Covid. Ci aspetta una nuova turbolenza, ma noi siamo pronti ad affrontarla».
Zaia ha poi confermato che il vaccino anti-Covid di AstraZeneca potrà essere somministrato anche agli over 65. Una novità che dovrebbe accelerare il piano di vaccinazioni in Veneto, condizionato come nel resto d'Italia dalla scarsità di vaccini attualmente in circolazione, in particolare quelli di Pfizer e Moderna, che finora erano gli unici che si potevano somministrare ai cittadini più anziani. Con l'aggiunta di AstraZeneca sarà possibile eseguire più somministrazioni giornaliere. «Con i direttori delle Ulss e delle aziende ospedaliere - ha aggiunto il presidente del Veneto - abbiamo discusso della possibilità di arrivare anche a 50mila somministrazioni al giorno, grazie anche al contributo dei medici di base e magari coinvolgendo anche i medici specializzandi». E a tal proposito, l'assessore Lanzarin ha confermato che la Regione è vicina alla chiusura dei due accordi. Domani potrebbe intanto concretizzarsi quello con i medici di medicina generale, mentre da oggi si comincia a discutere della possibilità di autorizzare anche i medici specializzandi ad eseguire le vaccinazioni.
L'intervento finale è stato della dottoressa Russo, la quale ha informato sulle novità che riguardano i meccanismi che possono portare alla chiusura delle scuole a livello locale in presenza di un'alta incidenza di nuovi contagi da coronavirus nella popolazione. «Il nuovo dpcm permette di chiudere le scuole a livello regionale se nell'ultima settimana l'incidenza è pari o superiore ai 250 casi ogni 100mila abitanti - ha spiegato Russo - Noi monitoriamo l'incidenza ogni giorno e non solo a livello regionale, ma anche a livello provinciale, a livello delle Ulss e a livello dei distretti delle Ulss. E abbiamo visto che in alcuni distretti il limite indicato dal dpcm è stato superato e sono i distretti dell'Alta Padovana, di Asolo e l'unico distretto dell'Ulss 4. In questi territori non applicheremo la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, ma la sospensione delle didattica in presenza varrà a partire dalla seconda media. La sospensione non partirà da domani mattina, ma dobbiamo ancora decidere se concedere 24 o 48 a tutti per organizzarsi, quindi scatterà al massimo da giovedì».