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Covid e riapertura delle scuole, Zaia: «Faremo controlli a campione»

Il presidente del Veneto ha annunciato che con la ripresa della didattica in presenza partirà un monitoraggio della circolazione del virus nella popolazione scolastica

Il presidente della Regione Luca Zaia ha tenuto il quotidiano aggiornamento sulla situazione Covid-19 in Veneto. Insieme a lui, dalla sede della protezione civile regionale di Marghera, l'assessore alla sanità Manuela Lanzarin, il direttore della sanità veneta Luciano Flor e la direttrice della sezione prevenzione e sanità pubblica del Veneto Francesca Russo. A Flor, Zaia ha lasciato il compito di illustrare l'attuale situazione ospedaliera, mentre la dottoressa Russo ha illustrato il piano vaccinale revisionato alla luce della riduzione della fornitura del farmaco di Pfizer patita in queste settimane. «Tra l'altro mi è stato confermato che il 2 febbraio arriveranno 45.680 dosi di vaccino Pfizer», ha annunciato Zaia.

Dopo i saluti, Zaia ha letto rapidamente il bollettino delle 8 di questa mattina, 28 gennaio, indicando anche la percentuale dei positivi trovati su tutti i tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore: 1,75%.

Zaia ha poi confermato che la Regione seguirà molto attentamente la fase che comincerà da lunedì prossimo, 1 febbraio, giorno in cui le scuole secondarie di secondo grado del Veneto riprenderanno con una didattica in presenza al 50%. «È una movimentazione non indifferente di studenti e la letteratura scientifica internazionale ha dimostrato che in molti casi c'è una correlazione tra l'apertura delle scuole e gli incrementi dei contagi - ha spiegato il presidente del Veneto - Quindi il livello di rischio da lunedì sarà maggiore ed è bene saperlo. Proprio per questo abbiamo mutuato il protocollo di un progetto interregionale a cui ha partecipato la dottoressa Russo per eseguire dei controlli in progress a campione su dei distretti scolastici. In questo modo monitoreremo lo stato di circolazione del virus nella popolazione scolastica».

Nel suo intervento, il direttore Flor ha ricordato che a febbraio non solo riapriranno le scuole, ma riprenderanno anche le attività ambulatoriali degli ospedali che erano state sospese nella fase più acuta della pandemia. «Una ripresa ragionevole, ma che non deve significare abbassare la guardia - ha dichiarato Flor - C'è un calo consistente della pressione dei ricoveri in ospedale. Dal picco, i pazienti Covid sono circa 1.100 in meno e questo ci permettere di liberare personale e spazi che possono tornare a svolgere la loro normale attività. E solo in rianimazione abbiamo 130 posti letto liberi e quindi dalla prossima settimana possiamo anche cominciare a ragionare sulla riapertura di tutta quell'attività chirurgica che era stata sospesa. La ripresa sarà comunque graduale e nei prossimi giorni ci potrebbero essere tante richieste al cup e noi faremo del nostro meglio per rinforzare questo servizio».

Infine, la dottoressa Russa ha mostrato l'andamento del piano vaccinale del Veneto. «I dati aggiornati alle 11 di questa mattina dicono che abbiamo fatto in totale 145.619 somministrazioni e sono quasi 34mila i veneti che hanno ricevuto anche la seconda dose e quindi hanno completato il ciclo vaccinale - ha esordito Francesca Russo - In questa prima fase ci siamo concentrati sugli operatori del servizio sanitario e sulla popolazione delle case di riposo. Il nostro piano ha avuto una battuta d'arresto dovuto alla riduzione della fornitura decisa da Pfizer, comunque abbiamo ricevuto una comunicazione di tutte le dosi che saranno garantite per il mese di febbraio. Sono 250mila e dovrebbero essere sufficienti per garantire i richiami per tutti coloro che finora hanno ricevuto solo la prima somministrazione entro la seconda settimana di febbraio. Poi completeremo la prima fase del piano e dovremmo riuscire anche a partire con la vaccinazione degli ultra 80enni, anche se vorremmo partire in parallelo anche con gli ultra 75enni. Dal 15 febbraio, quindi cominceranno le chiamate per i nati nel 1941 e la settimana successiva le chiamate per i nati nel 1946, da marzo cominceremo a chiamare i nati nel '40 e la settimana successiva quelli del '45, fino al ricongiungimento delle coorti. E nell'ambito di questa programmazione, abbiamo pensato di estrapolare delle dosi che saranno somministrati ai pazienti oncologici, i trapiantati o chi è in attesa di trapianto, perché anche loro sono soggetti a rischio».

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