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Covid, Zaia: «L'Italia si colora di arancione. Correlazione con la scuola»

Il presidente del Veneto teme che l'innalzamento dei contagi sia legato alla riapertura delle scuole. «Chi le ha aperte prima di noi, adesso le sta chiudendo»

Anche a marzo, il presidente della Regione Luca Zaia continua ad aggiornare quotidianamente sull'emergenza coronavirus in Veneto. Nell'appuntamento di questa mattina, 1 marzo, erano presenti l'assessore alla sanità Manuela Lanzarin ed il direttore generale della sanità veneto Luciano Flor.

Le prime informazioni diffuse sono state quelle del primo bollettino del mese, quello delle 8 di questa mattina. Zaia si è soffermato, come sempre, sul numero dei tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore: 10.586. Tra questi test, quelli positivi sono stati 603 e la loro incidenza continua ad aumentare. Attualmente, infatti, più di 5 tamponi su 100 in Veneto sono positivi al coronavirus.
E dopo la lettura del bollettino, le considerazioni del presidente del Veneto sono state queste: «L'Italia si sta colorando di arancione. Noi siamo ancora in zona gialla, ma il nostro indice di trasmissibilità del virus (indice Rt) è salito. È salito perché le relazioni sociali e le buone temperature favoriscono la creazione di assembramenti, ma soprattutto perché a febbraio abbiamo riaperto le scuole. Molte regioni che adesso sono in zona arancione avevano riaperto le scuole prima di noi ed ora le stanno chiudendo. Io penso che la correlazione tra l'apertura delle scuole e la ripartenza dei contagi ci sia e non solo l'unico a crederlo, perché c'è tanta letteratura scientifica che ne parla. E non è che gli studenti abbiano delle colpe particolari. Lo so che chiudere le scuole è una sconfitta e nessuno vuole governare una Regione o un Paese pensando di chiudere. Ma la decisione di tenere aperto o di chiudere non deve essere ideologica e si deve basare su indicazioni di natura scientifica e sanitaria. Il parere del comitato tecnico-scientifico è di chiudere le scuole nelle zone rosse, ma il rischio è che sia ormai troppo tardi e che gli ospedali siano già al collasso. Noi dovremmo fare prevenzione e dobbiamo dare meno peso all'indice Rt e all'incidenza dei tamponi positivi e tenere in considerazione parametri più importanti come il tasso di ospedalizzazione».

Il dottor Flor ha poi fornito una descrizione dello stato attuale dell'epidemia in Veneto a livello sanitario: «Rispetto all'ultimo picco passato dei ricoveri di pazienti Covid, le terapie intensive si sono svuotate del 75%, ma il calo purtroppo è finito. Il numero dei ricoverati è tornato a salire perché il numero di chi entra in ospedale è superiore al numero di chi esce. Noi oggi abbiamo numeri molto bassi, ma ricoveri e contagi sono in aumento. E cosa dobbiamo attendere per chiudere le scuole, di avere i numeri alti? I segnali attuali sono quelli di una ripresa della malattia, ma siamo ancora lontanissimi dai numeri che farebbero scattare la chiusura delle scuole. Però non possiamo aspettare di raggiungere quei numeri per muoverci. Noi stiamo monitorando la malattia ed i numeri attuali sono simili a quelli di fine ottobre. Dobbiamo, però, evitare che si ripeta l'accelerazione che c'è stata a fine ottobre, quando i dati ci facevano ancora stare tranquilli».
Il direttore generale della sanità del Veneto ha infine fornito un aggiornamento sulla campagna vaccinale: «Da questa settimana somministreremo tutti i vaccini che arrivano perché ci siamo fatti la scorta per i richiami. Quindi d'ora in poi vaccineremo molto di più».

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