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Covid, Zaia: «Superati i 10mila morti. Dobbiamo accelerare con i vaccini»

Nell'aggiornamento quotidiano sull'emergenza coronavirus, il presidente del Veneto ha chiesto anche procedure più celeri per l'autorizzazione di quei vaccini disponibili ma non ancora somministrabili in Europa

«Ogni giorno ha la sua pena». Con questa battuta il presidente del Veneto Luca Zaia ha aperto l'appuntamento di oggi, 9 marzo, con le ultime informazioni riguardanti l'emergenza coronavirus. E si può dire che la pena di oggi è un particolare dato che Zaia ha letto nel bollettino delle 8 di questa mattina: i morti per Covid-19 in Veneto sono più di 10mila. «Nelle ultime 24 ore, abbiamo eseguito 43.279 test e quelli che hanno avuto esito positivo sono stati 1.608 e quindi l'incidenza è del 3,71% - ha detto Zaia - Negli ospedali, i pazienti Covid hanno occupato 56 posti letto in più rispetto a ieri. E purtroppo i morti per Covid-19 sono saliti a 10.009. E quando vedo il dato sui morti penso sempre a quelli che dicevano che il tasso di mortalità del Covid-19 era uguale a quello dell'influenza e che quindi ci stavamo preoccupando del nulla. In Italia stiamo superando i 100mila morti e per tasso di mortalità noi siamo all'ottavo posto tra le regioni».

E per uscire dall'emergenza, la strada da seguire secondo Zaia è quella della vaccinazione. «Questa mattina sono arrivate 53.300 dosi del vaccino Pfizer - ha riferito il presidente del Veneto - Stiamo spingendo moltissimo sulla campagna vaccinale. Abbiamo dato target alti alle Ulss, che si stanno riorganizzando. Abbiamo 58 punti vaccinali in Veneto e ne avremo di più una volta chiusi gli accordi con i privati, come gli industriali, gli agricoltori e le associazioni. Anche perché i vaccini arriveranno. Sta per essere autorizzato quello di Johnson & Johnson, poi potrebbe essere autorizzato anche lo Sputnik e poi tutti gli altri come Novavax, che è già stato autorizzato negli Stati Uniti. Ed io mi chiedo perché dobbiamo perdere tutto questo tempo per attendere il vaglio dell'Ema e di Aifa per vaccini che sono già stati autorizzati in Usa dalla Fda, il massimo ente di certificazione a livello planetario».

Presente, con il presidente Zaia, anche l'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin che ha confermato che oggi pomeriggio avrà un incontro con le sigle sindacali dei medici di medicina generale per chiudere l'accordo e quindi coinvolgere definitivamente i medici di base nella campagna vaccinale. I medici di famiglia potrebbero quindi vaccinare a domicilio i cittadini che non possono muoversi, ma potrebbero somministrare i vaccini anche in ambulatorio o in altri centri messi a disposizione dalle istituzioni.
Ed è in corso un confronto della Regione con le università di Verona e Padova per consentire anche agli specializzandi in medicina, su base volontaria, di somministrare i vaccini anti-Covid. «A Verona potrebbero essere disponibili 340 specializzandi», ha detto Lanzarin.

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