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Covid, Zaia: «Lezioni in presenza al 50% fino al 5 marzo e test nei plessi»

«Vogliamo entrare nei plessi scolastici e fare screening a tappeto per misurare la circolazione del virus nella popolazione studentesca», ha detto il presidente del Veneto

In diretta da Marghera, dove ha sede la protezione civile regionale, il presidente del Veneto Luca Zaia ha comunicato gli ultimi aggiornamenti sull'emergenza coronavirus, insieme al suo assessore alla sanità Manuela Lanzarin.

Le prime informazioni lette dal presidente della Regione sono state quelle del bollettino delle 8 di questa mattina, 16 febbraio, e dei tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. In tutto il Veneto, nella giornata passata, sono stati eseguiti 35.030 test e quelli positivi al coronavirus sono stati 638 (1,82%). Ed anche le cifre del report di oggi sono buone per la regione, dove dall'inizio dell'anno il virus si diffonde sempre meno. «Continuiamo però a non abbassare la guardia e il mio appello è di fare estrema attenzione alle tre regole basilari: mascherina, distanziamento ed igiene delle mani - ha ribadito Zaia - I veneti sono stati eccezionali finora e dobbiamo continuare così. A fine febbraio, poi, faremo un bilancio perché dall'inizio del mese siamo tornati in zona gialla e abbiamo riaperto le scuole con il 50% di didattica in presenza. Quindi alla fine di questa e della prossima settimana sapremo quanto siamo stati bravi. Ed il nostro bilancio partirà dal verificare il dato sui ricoveri, che stanno ancora diminuendo».

I buoni dati del bollettino, però, non fanno scendere la preoccupazione della Regione sulle scuole, che comunque resteranno con una didattica in presenza al 50% almeno fino al prossimo 5 marzo, e sulle mutazioni del coronavirus. «Siamo preoccupati perché se l'andamento delle infezioni in Veneto è legato alle varianti ci aspetta un volo con molte turbolenze. La variante inglese rappresenta circa il 18% dei contagiati veneti, poi c'è la sudafricana e la brasiliana - ha spiegato Zaia - E sulle scuole, noi vogliamo entrare nei plessi scolastici e fare screening a tappeto per misurare la circolazione del virus nella popolazione studentesca. Nelle scuole medie, dovremmo cominciare con un tutor e quindi con test in auto-somministrazione guidata. Anche perché davvero il futuro va verso la direzione dei test fai-da-te, di cui noi abbiamo chiesto la validazione a Roma».

Zaia ha poi ripetuto la sua richiesta di ieri al Governo di indennizzare gli operatori degli impianti di sci. Impianti che si sarebbero dovuti aprire ieri, ma che dovranno restare chiusi fino a marzo. Altro tema toccato ieri è quello dell'acquisto dei vaccini anti-Covid che il Veneto chiede di poter fare in autonomia. «Novità non ce ne sono - ha detto il presidente regionale - Comunque ne ho parlato con il commissario Arcuri, il quale ha parlato anche con il direttore della sanità veneto Flor. A chi ce li sta proponendo, Flor ha chiesto il numero dei lotti dei vaccini, in modo tale da poterli verificare in via formale. Ma di fronte ad un'offerta di 27 milioni di dosi, a prezzi in linea se non inferiori a quelli di mercato, non possiamo girarci dall'altra parte. Noi vogliamo i vaccini per tutti ed è chiaro che se questa dote di vaccini entrerà in Italia noi vogliamo la nostra parte. Il nostro obiettivo è un Veneto Covid-free».

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