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Covid, Zaia: «Imbarazzante ordinanza su piste da sci a ridosso dell'apertura»

Il presidente del Veneto: «Un settore che soffre e i ristori non bastano, serve un risarcimento dei danni». Sull'acquisto dei vaccini anti-Covid, al Veneto offerte 27 milioni di dosi. E a scuola didattica in presenza al 50% fino al 5 marzo

Con l'inizio della settimana, sono ripresi oggi, 15 febbraio, dalla sede della protezione civile regionale di Marghera, gli appuntamenti informativi del presidente della Regione Luca Zaia sulla situazione relativa al Covid-19 in Veneto. Alla destra e alla sinistra di Zaia, l'assessore alla sanità Manuela Lanzarin ed il direttore della sanità veneto Luciano Flor.

Il presidente del Veneto ha dato lettura del bollettino delle 8 di questa mattina, evidenziando che nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 8.221 tamponi e solo il 2,93% di questi (241) ha avuto un esito positivo. E mostrando le cifre dei pazienti Covid in ospedale, Zaia ha sottolineato che i positivi al coronavirus nelle terapie intensive venete sono scesi sono i 100.

Il tono di voce pacato con cui Zaia ha letto il bollettino odierno è stato però presto sostituito da un tono molto più acceso, quando è stato affrontato il tema dell'apertura delle piste da sci. Un riapertura che in Veneto sarebbe scattata da mercoledì prossimo, 17 febbraio, come deciso dal presidente attraverso un'apposita ordinanza, ma che è stata rinviata a marzo dal ministro della salute Roberto Speranza. Un rinvio arrivato ieri sera, a poche ore dalla fine di quel divieto che in Italia teneva chiusi gli impianti di risalita in montagna. Infatti, già da oggi in tutti il Paese gli impianti da sci avrebbero potuto riattivarsi, se non fosse intervenuto Speranza. «Per noi la salute viene prima di tutto e per questo avevamo deciso di riaprire dal 17, con la fine del Carnevale - ha commentato Zaia - Però è raccapricciante e imbarazzante vedere la chiusura delle piste da sci ordinata quattro ore prima della possibilità di aprire le piste da sci. Questa è ormai una stagione persa per gli operatori della montagna. È imbarazzante la decisione di Speranza, perché poteva essere presa prima. Gli operatori hanno preparato le piste da sci, hanno chiamato il personale stagionale, hanno fatto le provviste per i rifugi e magari qualche albergatore ha scaldato l'hotel ed ha raccolto le prenotazioni. Quindi i ristori non bastano. Devono essere risarciti anche i danni, anche perché stiamo parlando di un settore che non ha fatto grande ricorso alla cassa integrazione. Spero davvero che si riconoscano le difficoltà di questo comparto».

Zaia ha poi rivelato un'importante novità sull'acquisto dei vaccini anti-Covid, per cui il Veneto si sta impegnando autonomamente. Alcune aziende, infatti, avrebbero proposto alla Regione una grande quantità di dosi. Le trattative sono state portate avanti dal dottor Flor, che in via prudenziale ha chiesto ad Aifa (l'agenzia italiana per i farmaci) l'autorizzazione alla negoziazione di questi vaccini. Aifa ha risposto alla Regione, chiedendo di interpellare il commissario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri. «Oggi Flor scriverà ad Arcuri - ha spiegato Zaia - e gli spiegherà che c'è un'azienda che ci propone 12 milioni di dosi e c'è anche un'altra azienda che ci propone 15 milioni di dosi, a prezzi che sono in linea con quelli del mercato attuale».

Infine, sulle scuole, Zaia ha anticipato che fino al 5 marzo le superiori resteranno aperte con didattica in presenza al 50%.

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