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Covid, rischio passaggio in zona rossa. Zaia: «Siamo sul filo del rasoio»

Il presidente del Veneto ha dichiarato che ancora non è ufficiale l'indice Rt della regione, ma se sarà superiore a 1,25 la zona rossa scatterà in automatico. «La nostra speranza è di avere almeno un'altra settimana in arancione»

Questa mattina, 11 marzo, il presidente della Regione Luca Zaia è tornato ad aggiornare i cittadini sull'emergenza coronavirus in Veneto. Ieri era stato sostituito dall'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin, che oggi lo ha affiancato.

L'incontro informativo di oggi è iniziato allo stesso modo degli altri e quindi Zaia ha letto il bollettino delle 8 di questa mattina, evidenziando le differenze emerse nelle ultime 24 ore: «Abbiamo testato 42.994 cittadini e 1.677 sono risultati positivi - ha detto - L'incidenza giornaliera è del 3,9%. In Veneto ci sono 31.674 positivi ed è un numero in crescita come quello dei ricoveri legati al coronavirus, saliti a 1.510».

Zaia ha poi spiegato che le cifre dei positivi e dei ricoverati sono inferiori a quelle avute in passato dal Veneto. Solo che prima, con numeri più alti era in zona gialla, mentre adesso è in zona arancione e quindi con più limitazioni. «Rispetto a prima è cambiata la modalità di passaggio da una zona all'altra - ha detto - Adesso basta avere un indice di trasmissibilità del virus (Rt) superiore a 1 e si è in arancione. Prima non era così».
E sul rischio che dalla prossima settimana il Veneto possa passare dalla zona arancione alla zona rossa, il presidente ha poi dichiarato: «Non abbiamo nessuna certezza. Siamo sul filo del rasoio, perché basta avere un Rt pari a 1,25 e scatta la zona rossa. E il virus adesso è molto più aggressivo. In poco tempo tutta l'Italia è passata dall'essere gialla all'essere arancione e ora sta virando verso il rosso. La nostra speranza è di avere almeno un'altra settimana in zona arancione. E al Governo chiediamo un cambio di passo sugli indennizzi, chiediamo prospettive e informazioni univoche».

Il virus adesso è più aggressivo, secondo Zaia, perché ormai è subentrata la variante inglese. «Si calcola verosimilmente che il 70% dei tamponi positivi possa avere la variante inglese - ha detto il presidente del Veneto - E sulla variante inglese ho letto un'interessante studio. Questa variante si diffonde molto di più e quindi proporzionalmente incide su ricoveri e tasso di mortalità se non si provvede a vaccinare».

Un ultimo aggiornamento sui dati Zaia lo ha dato sull'incidenza settimanale dei contagi. Nella sua ultima ordinanza, il presidente del Veneto ha previsto l'azzeramento della didattica in presenza nelle scuole superiori e nelle seconde e terze medie in quei distretti sanitari che hanno un'incidenza settimanale superiore ai 250 casi ogni 100mila abitanti. «Oggi, i distretti che hanno superato la soglia sono sei (Belluno, Asolo, Veneto Orientale, Padova Terme e Colli, Alta Padovana e Alto Vicentino), ma ce ne sono quattro che hanno un'incidenza superiore a 200, tra cui l'Ovest Veronese che è quello più vicino al limite con un'incidenza di 237».

Infine, Zaia ha mostrato il grafico sull'occupazione dei posti letto delle terapie intensive. Grafico che ha toccato il suo ultimo picco l'1 gennaio e poi è sceso fino agli ultimi giorni di febbraio, quando ha ripreso a salire. «Il coefficiente di riempimento dell'area non critica, attualmente, è 14% e quello delle terapie intensive è 12% - ha commentato Zaia - Ma la pendenza iniziale della curva della precedente ondata è identica alla pendenza attuale. E un altro dettaglio non da poco è il punto di partenza. Questa ondata comincia con 170 posti letto di rianimazione già occupati in più rispetto a quella passata».

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