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Centri e unità di somministrazione, il piano veneto del vaccino anti-Covid

È stato presentato durante l'aggiornamento quotidiano del presidente regionale Luca Zaia, a cui hanno partecipato il professor Giorgio Palù, presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), la dottoressa Francesca Russo e il dottor Luciano Flor

Oggi, 22 dicembre, come annunciato, è il giorno della presentazione del piano operativo di vaccinazione contro Covid-19. All'appuntamento quotidiano del presidente del Veneto Luca Zaia, partecipano infatti anche il professor Giorgio Palù, presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e la dottoressa Francesca Russo, responsabile del servizio di prevenzione sanitaria della regione. Ma a fianco di Zaia c'è anche il dottor Luciano Flor, fresco di nomina a segretario generale della sanità del Veneto.

Dopo aver letto il bollettino delle 8 di questa mattina, Zaia ha lasciato che Flor si presentasse da solo nella nuova veste di direttore della sanità regionale, non prima però di aver ringraziato il suo predecessore Domenico Mantoan. «Sono consapevole della delicatezza del mio ruolo, di quello che dobbiamo gestire in questo momento e di ciò che c'è da fare per il futuro - ha detto Flor - Disservizi legati al Covid non ci sono stati e dobbiamo continuare così. Non abbiamo problemi nei pronto soccorso e negli ospedali e abbiamo una diagnostica che non ha pari. Il Covid però non deve essere l'alibi per ignorare le altre esigenze e per questo lavoreremo per garantire prestazioni sanitarie e cure per i cittadini. Il momento è delicato. Molti positivi al coronavirus non sanno dove si sono infettati. Il virus è abbastanza diffuso e le occasioni di contagio sono tante. E quindi raccomandiamo sempre massima responsabilità. Infine, voglio ringraziare tutti gli operatori del servizio sanitario regionale. Si rivolge sempre l'attenzione sugli ospedali, ma ci sono anche i servizi territoriali che devono essere di integrazione alla fase ospedaliera. Perché la fase ospedaliera è breve e noi dobbiamo essere capaci di integrare quello che succede prima e quello che succede dopo il ricovero. Il nostro obiettivo è quello di migliorare».

Alla dottoressa Russo, poi, il compito di presentare il piano vaccinale anti-Covid: «Sono state approvate ieri le linee organizzative del piano, su cui abbiamo lavorato per più di un mese. I nostri obiettivi sono chiari: somministrare il vaccino nel più breve tempo possibile, assicurandoci che le fiale siano distribuite e mantenute in maniera sicura; garantire la registrazione di tutti i dati relativi alla vaccinazione; monitorare la sicurezza e l'efficacia del vaccino; formare il personale sanitario e poi organizzare la campagna di vaccinazione.
Domenica prossima, 27 dicembre, entro le 7 del mattino arriveranno le prime 875 dosi per il Veneto. Dosi che saranno distribuite in base al bacino di utenze in tutte le Ulss e nelle aziende ospedaliere, dove abbiamo già individuato i vaccinatori. La prima fase della campagna è riservata agli operatori sanitari, indipendentemente dal loro inquadramento professionale ma sulla base del rischio e dell'anzianità, quindi saranno vaccinati per primi coloro che sono più vicini ai malati positivi. Il piano prevede un modello per la seduta vaccinale in ospedale, ma anche per la seduta vaccinale della rsa, dove entreremo con delle squadre preparate a vaccinare sia gli operatori che gli ospiti. Subito dopo o in contemporanea con la vaccinazione del personale sanitario procederemo con la somministrazione del vaccino anche agli anziani, partendo dai quasi 360mila veneti che hanno più di 80 anni e passando poi a coloro che hanno tra i 60 e i 79 anni.
Infine, un singolo medico può sovraintendere su più unità vaccinali, fino ad un massimo di cinque. Ogni unità vaccinale è composta da due operatori, uno che raccoglie anamnesi e consenso e l'altro che vaccina. I cittadino, però, prima del vaccino, dovrà sottoporsi a un triage per il riconoscimento e la misurazione della temperatura. Abbiamo previsto la creazione di centri di vaccinazione della popolazione e abbiamo stimato che, se in questi centri ci sono dieci unità vaccinali, in due turni da 7 ore si possono vaccinare quasi tremila persone».

L'ultimo ospite ad intervenire è stato Giorgio Palù, il quale ha assicurato che per produrre i vaccini anti-Covid non sono state saltate le varie fasi di controllo. Si tratta di farmaci che possono dare delle reazioni avverse superiori alla norma, ma si tratta comunque di reazioni lievi come l'arrossamento e il gonfiore del punto in cui il vaccino è stato inoculato e in circa il 50% dei casi si sono verificate febbre e stanchezza, ma anche dolori muscolari e mal di testa. Le reazioni avverse più gravi si sono verificate in un caso su 10mila, ma nessuna di queste reazioni ha poi portato alla morte. Infine, il professor Palù ha dichiarato che gli attuali vaccini anti-Covid sono efficaci anche contro la cosiddetta variante inglese del coronavirus.

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