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Coronavirus, Zaia: «Gli studenti positivi in Veneto sono lo 0,02%»

Il presidente regionale ha inviato una richiesta di modificare il protocollo nazionale per consentire l'utilizzo dei tamponi rapidi e rendere più snelle le procedure di controllo

Tanti numeri ed una richiesta sono stati comunicati oggi, 28 settembre, dal fresco rieletto presidente regionale Luca Zaia sull'emergenza coronavirus in Veneto.

I primi numeri sono stati quelli del bollettino delle 8 di questa mattina. E tra questi, Zaia si è soffermato soprattutto su quelli dei ricoverati. «Nelle terapie intensive ci sono delle novità - ha detto il presidente del Veneto - La prima è che si sta abbassando l'età media dei pazienti positivi al coronavirus. La seconda è che si è abbassata la percentuale dei pazienti Covid in terapia intensiva sul totale dei ricoverati. In alcune fasi noi abbiamo avuto anche il 40% dei pazienti Covid in terapia intensiva, oggi siamo al 6%. La terza è che si è abbassata la degenza media dei pazienti in ospedale a causa del virus. Prima i ricoveri erano in media di 14 giorni, oggi vanno dai 6 ai 9 giorni. Quindi curiamo meglio i malati. Ed infine, un terzo dei pazienti Covid in terapia intensiva non è intubato».

Altri numeri interessanti sono quelli che riguardano la presenza del coronavirus nelle scuole venete. «Almeno un caso di positività è stato riscontrato in 90 scuole - ha dichiarato Zaia - Gli studenti positivi al tampone sono 85 e rappresentano lo 0,02% della popolazione scolastica. In quarantena preventiva ci sono 970 studenti, che sono 0,24% del totale. E gli operatori scolastici che sono in quarantena sono 120, cioè lo 0,13%. Quindi, ad oggi, l'incidenza del virus nelle scuole è molto bassa. Inoltre, il tracciamento dei contatti di questi studenti positivi ha permesso di stabilire che quasi tutti provengono dal contesto famigliare o dal contesto sociale, quindi l'infezione non è avvenuta a scuola».

E sulla base dei dati raccolti nelle scuole, la Regione Veneto ha inviato una richiesta di modifica del protocollo nazionale all'Iss (Istituto superiore della sanità). «La prima richiesta è che si possano utilizzare i tamponi rapidi nello screening scolastico - ha elencato Zaia - Abbiamo chiesto di poter fare il tampone rapido nella classe dello studente positivo ed in caso negatività i compagni restano in classe, senza più isolamento fiduciario di due settimane per l'intera classe. In pratica, noi vogliamo andare con i medici nelle classi a fare i tamponi, in modo da ridurre anche i disagi ai genitori. E infine chiediamo che siano i medici di famiglia ed i pediatri a decidere se per un paziente è necessario un tampone oppure no».

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