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Venerdì, 19 Aprile 2024

Due corni di rinoceronte trovati in uno zaino abbandonato nel parcheggio del Catullo

L'insolita scoperta è stata fatta dagli agenti della Polaria di Verona che stanno indagando sull'origine di questi esemplari, i quali potrebbe essere stati rubati da un museo

Un insolito e straordinario ritrovamento è stato fatto nei giorni scorsi dagli agenti della Polaria di Verona. In uno zaino abbandonato in parcheggio low cost dell'aeroporto Valerio Catullo sono stati rinvenuti due corni di rinoceronte. Un recupero davvero unico per il territorio veronese, i cui dettagli sono stati comunicati questa mattina, 12 ottobre, dal vicequestore e dirigente della polizia di frontiera aerea di Verona Roberto Salvo e dal tenente colonnello a capo del nucleo Cites dei carabinieri forestali di Verona Luca Zuccoli Bergomi.

La scoperta dei due esemplari di corno è avvenuta grazie alla segnalazione del personale di vigilanza dell'aeroporto, che aveva trovato tranciata la rete di recinzione di un parcheggio. Gli operatori della Polaria giunti sul posto hanno trovato, vicino alla rete tagliata e ad un'auto con targa inglese, uno zaino con la cerniera aperta. All'interno dello zaino sono stati trovati due corni, uno più grande ed uno più piccolo. È stata così subito attivata una collaborazione con il Cites dei carabinieri forestali di Verona, il quale ha confermato che i due corni erano di rinoceronte ed erano originali.
Il corno più grande ha un peso di 1,647 chili, mentre quello più piccolo è di 496 grammi; quindi il peso complessivo del ritrovamento è di 2,143 chili ed il suo valore nel mercato nero è altissimo. Il prezzo di un corno può oscillare tra i 25mila e i 200mila euro. E venduto in polvere il suo valore aumenta, perché la polvere di corno di rinoceronte può essere venduta anche a 65mila euro al chilo. Il suo commercio è ovviamente illegale. Il rinoceronte è infatti una specie animale protetta perché a rischio estinzione a causa del bracconaggio. Leggi nazionali, europee e convenzioni internazionali, però, non hanno messo fine al commercio clandestino, soprattutto della polvere ricavata dai corni di rinoceronte. Polvere utilizzata nella medicina tradizionale orientale in quanto considerata miracolosa e afrodisiaca. La maggiore domanda di questa polvere proviene dai paesi asiatici, in particolare Vietnam e Cina, e la richiesta ne ha fatto aumentare il valore, rendendolo superiore a quello della cocaina o dell'oro.

Conferenza stampa corna rinoceronte polizia cites-2

I corni trovati all'aeroporto Catullo sono stati analizzati a fondo dagli uomini del Cites, i quali hanno evidenziato che i due esemplari erano molto lucidi e in un ottimo stato di conservazione, anche perché trattati con delle sostanze specifiche. Questo dettaglio ha orientato gli investigatori a ritenere più che fondato il fatto che i due corni siano stati rubati da qualche museo o da qualche collezione privata. Un'ipotesi avvalorata dai dati sui furti di corni di rinoceronte, che dal 2011 sono in forte aumento in tutta Europa; ma soprattutto dal materiale trovato nella Ford C-Max con targa inglese parcheggiata vicino al luogo in cui è stato trovato lo zaino con i corni. «L'auto è stata trovata con un finestrino posteriore rotto e al suo interno sono stati trovati arnesi per lo scasso, un generatore di corrente, funi e una serie di targhe inglesi di autoarticolati - ha spiegato Roberto Salvo - Presumibilmente ci troviamo di fronte ad un'organizzazione criminale ben organizzata, su cui stiamo ancora indagando. È probabile che uno o più soggetti connessi a questa organizzazione volesse recuperare i due corni, oppure li volesse rubare. Gli ignoti hanno forzato la recinzione per entrare nel parcheggio, hanno rotto il finestrino e hanno preso lo zaino. Non abbiamo trovato nessun'altra auto danneggiata, quindi sono andati a colpo sicuro. Qualcosa però è andato storto e i ladri sono dovuti fuggire lasciando lo zaino per terra».

roberto salvo polizia di frontiera e carabiniere cites verona corni rinoceronte-2
(Roberto Salvo e Luca Zuccoli Bergomi)

Le indagini da parte della Polaria di Verona e del Cites mirano ad identificare gli autori del furto, ma anche a risalire al luogo da dove i due corni potrebbero essere stati trafugati. «Per ora i due esemplari sono sotto sequestro e sono conservati dai noi del Cites - ha aggiunto Luca Zuccoli Bergomi - Dopo la confisca, sarà poi la commissione scientifica del Cites a stabilire dove potranno essere esposti, se non si riuscirà a trovare il legittimo proprietario».

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